L’hanno battezzata Blob, ovvero con il nome del fluido mortale protagonista di un film del 1958 (da cui deriva anche quello della nota trasmissione di Raitre). Stiamo parlando di una forte ondata di calore marino che ha colpito il Nord dell’Oceano Pacifico e che ha ucciso, secondo uno studio pubblicato su PLOS ONE, circa un milione di uccelli, vittime della fame.
Come riportato su IFL Science, tra il 2015 e il 2016, nel Pacifico, appena al largo della costa occidentale degli Stati Uniti e del Canada, fu rilevata una ‘macchia’ di acqua calda. Le gravi ondate di calore marino cominciarono nel 2013 ma si intensificarono drammaticamente durante l’estate del 2015 a causa di un ciclo climatico chiamato El Niño.
Durante quel periodo, i dati satellitari e altre osservazioni mostrarono che l’acqua vicino alla superficie toccò picchi di calore da 3 a 6 °C superiori alla temperatura media. Non sorprende, quindi, che ciò abbia avuto un effetto tragico su tutto l’ecosistema.
Le temperature più calde, infatti, aumentano il metabolismo degli organismi a sangue freddo, dallo zooplancton e i piccoli pesci-foraggio ai pesci predatori più grandi, come il salmone e il merluzzo giallo. Perciò, dal momento che i pesci predatori hanno bisogno di mangiare più del solito, gli uccelli marini (come le urie) si sono trovati a corto di quelli piccoli da mangiare.
L’uria, tra l’altro, è un uccello che brucia molta energia ed è ciò un tallone d’achille. Per sopravvivere, infatti, quest’animale deve cattuare e mangiare circa 60 – 120 pesci – foraggio l giorno e muoiono se non riescono a trovare cibo entro 3 – 5 giorni. Questo rende l’urina molto vulnerabile alle interruzioni della catena alimentare.
Julia Parrish, autrice dello studio, in un comunicato, ha affermato: «Come andare in un supermercato ma i camion che consegnano gli alimenti non sono arrivati come di consueto», aggiungendo, nel caso specifico che, oltre all’ondata di calore marino, ci sia stata una «compressione dell’ecosistema: meno pesci-foraggio e prede più piccole in generale e, allo stesso tempo, l’aumento della concorrenza dei pesci predatori».
Tra il maggio 2015 e l’aprile 2016, circa 62.000 urie furono trovate morte sulle spiagge della California centrale fino all’Alaska. Questo nuovo studio, però, sostiene che è probabile che la cifra sia molto più elevata perché ricerche precedenti hanno suggerito che soltanto una frazione di uccelli morti si riversa sulla riva. Sulla base di ciò, si arriva alla stima terribile di 530mila – 1,2 milioni di uccelli morti, ovvero il più grande decesso di massa di uccelli marini mai registrato nella storia.
Sebbene Blob sia stata conseguenza di un’anomalia climatica insolita, si prevede che questo tipo di ‘ecatombe’ sarà più frequente a causa dell’incremento delle temperature del mare, sconvolgendo l’ecosistema marino e le catene alimentari.
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