L’operazione di salvataggio per Rayan, 5 anni, precipitato in un pozzo, è entrata nel suo quarto giorno a Tamarot, vicino a Chefchaouen, in Marocco. Quanto sta succedendo nel Paese nordafricano ricorda il caso di Vermicino nel giugno del 1981 – la triste storia di Alfredino – con la speranza che l’epilogo possa essere diverso.
I soccorritori sostengono di essere a due metri di distanza dal piccolo dopo avere optato per uno scavo orizzontale, facendo attenzione a non causare danni a Rayan o a loro stessi. Le operazioni di scavo si sono interrotte di tanto in tanto perché la terra e le rocce intorno al pozzo in cui è bloccato Ryan tendono a franare.
Il bambino è caduto martedì scorso, 1 febbraio, in un pozzo abbandonato di proprietà del padre, ritrovandosi bloccato a 32 metri sottoterra. Le operazioni di soccorso sono cominciate poco dopo che i genitori hanno dato l’allarme: il governo del Marocco ha promesso di fare qualsiasi cosa per salvarlo. Per sovrintendere alle operazioni di soccorso è stato istituito un comitato di sorveglianza, composto da personale della protezione civile e topografi.
Diversi tentativi di salvare il bambino sono falliti perché il pozzo è troppo stretto per i soccorritori (proprio come Vermicino). La Protezione Civile ha dovuto scavare una vasta buca parallela al pozzo prima di cominciare a scavare orizzontalmente per raggiungere Rayan. Sono stati utilizzati anche tubi di grandi dimensioni per evitare il collasso del terreno.
Il bambino è stato raggiunto anche da ossigeno e acqua, oltre a una telecamera per monitorare il suo stato di salute. Uno staff medico e un elicottero sono in attesa nel luogo per fornire al piccolo le cure mediche necessarie una volta tirato fuori dal pozzo.
La società svedese Stockholm Precision Tools, già coinvolta in una missione di salvataggio simile in Spagna, si è offerta di aiutare nelle operazioni di salvataggio. Il caso sta attirando l’attenzione di tutto il mondo.
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