Due soldati volontari hanno aperto il fuoco sui tirocinanti militari russi in un poligono di tiro a Belgorod, vicino al confine con l’Ucraina, uccidendo 11 persone e ferendone 15.
Il Ministero della Difesa di Mosca ha spiegato che i due volontari, originari di una Nazione dell’ex Unione Sovietica (URSS) ma non è stata comunicata quale, hanno sparato contro i soldati durante le prove di rito, prima di essere uccisi. Il Ministero ha definito quanto successo “un attacco terroristico“.
L’attacco è avvenuto durante una sessione di addestramento antincendio di alcune persone che, secondo i russi, “hanno espresso volontariamente il desiderio di partecipare all’operazione militare speciale in corso in Ucraina”.
Il governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, su Telegram, ha detto: “È accaduto qualcosa di terribile nel nostro territorio. Molti soldati sono stati uccisi o sono rimasti feriti” ma “non ci sono residenti della regione di Belgorod” nella conta.
La sparatoria arriva nel mezzo della mobilitazione ordinata dal presidente Vladimir Putin per rafforzare le forze russe in Ucraina, mossa che ha innescato proteste e causato la fuga di centinaia di migliaia di persone dalla Russia. Putin ha dichiarato venerdì scorso, 14 ottobre, che oltre 220mila riservisti sono già stati richiamati nell’ambito di uno sforzo che ha l’obiettivo numero di 300mila.
Il leader del Cremlino ha riferito che soltanto chi ha prestato servizio militare i recente è soggetto all’arruolamento ma attivisti e associazioni per i diritti umani hanno denunciato che gli uffici di leva militare hanno radunato persone senza alcuna esperienza nell’esercito, alcune delle quali persino inabili per ragioni mediche. Alcuni riservisti, inoltre, hanno condiviso video in cui si nota che sono costretti a dormire per terra o all’esterno e a usare armi arrugginite prima di essere spediti in prima linea. Le autorità russehanno ammesso che la mobilitazione va migliorata.