Si è presentato spontaneamente alla caserma dei carabinieri di Caserta, Mario Eutizia, 48 anni, accompagnato dai suoi avvocati Antonio Daniele e Gennaro Romano, per confessare una serie di omicidi che lasciano sgomenti.

L’uomo ha, infatti, ammesso di aver ucciso quattro persone anziane presso le quali aveva lavorato come badante, avvenuti tra il 2014 e il 2023. Le vittime risiedevano in diverse località italiane, tra cui Cilento, Casoria e Latina. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha immediatamente disposto il fermo dell’uomo.

Sedativi letali somministrati “per pietà”

Eutizia ha dichiarato di aver somministrato dosi massicce di sedativi, fino a quattro volte superiori a quelle prescritte, ai suoi assistiti gravemente malati e anziani. Secondo quanto riferito dall’uomo al pubblico ministero Annalisa Imparato, il suo gesto era motivato da una “profonda compassione e pietà” per le sofferenze che queste persone affrontavano. Le sue vittime, tra cui l’89enne Luigi Di Marzo di Casoria e il 96enne Gerardo Chintemi di Vibonati, soffrivano di gravi patologie oncologiche e demenze senili, per le quali assumevano farmaci come Talofen e Trittico, farmaci di cui Eutizia conosceva bene gli effetti letali, essendo egli stesso un paziente oncologico.

Un passato da badante senza qualifiche

Nel corso degli ultimi dieci anni, Eutizia ha svolto il lavoro di badante senza alcuna abilitazione professionale. I primi due omicidi confessati risalgono a circa dieci anni fa e hanno avuto luogo a Latina, anche se le vittime non sono ancora state identificate. Gli ultimi due decessi, avvenuti nel dicembre dello scorso anno e nel marzo di quest’anno, hanno invece trovato riscontro nelle indagini dei carabinieri, che hanno verificato l’identità delle vittime grazie ai dati forniti da Eutizia.

Il grido di aiuto del killer: “Aiutatemi a non uccidere più”

“Aiutatemi a non uccidere più”. Con queste parole, Mario Eutizia ha espresso al pubblico ministero la sua disperazione e la consapevolezza della propria pericolosità, temendo di poter ripetere i suoi gesti omicidi in futuro se si trovasse di nuovo nelle stesse circostanze.

L’uomo, già denunciato per aver rubato l’auto di uno dei suoi assistiti dopo la sua morte, si trova ora a dover rispondere di quattro omicidi.