In India, in circa 10 Stati, è stata rilevata una nuova sottovariante di Omicron, BA.2.75, che sta preoccupando gli esperti, anche quelli italiani, come l’infettivologo Matteo Bassetti. Tale ceppo, oltre che in India, è stato segnalato anche in Giappone, Germania, Regno Unito, Canada, Stati Uniti d’America, Australia e Nuova Zelanda.
BA.2.75 è un’evoluzione di BA.2, sottovariante Omicron altamente infettiva che contiene nuove mutazioni nella proteina Spike tali da eludere gli anticorpi ricavati o dalla vaccinazione o da un’infezione precedente.
Difficile capire, al momento, se la sottovariante BA.2.75 sarà più pericolosa dei suoi predecessori. Tuttavia, i resoconti attuali suggeriscono che sia molto più contagiosa della variante BA.5 già di per sé assai infettiva.
Tom Peacock, virologo dell’Imperial College di Londra ha spiegato che “vale la pena tenere d’occhio BA.2.75” perché contiene molte mutazioni e ha un’apparente rapida crescita e un’ampia diffusione geografica: “Nessuna di queste mutazioni, presa individualmente è preoccupante, ma il fatto che appaiano tutti insieme in una volta è un’altra questione”.
Comunque, ci potrebbero volere mesi per comprendere appieno la gravità di questa sottovariante, come già successo con BA.4 e BA.5, attualmente diffuse in molte parti del mondo, identificate per la prima volta a gennaio e febbraio.
Su questa sottovariante è intervenuta Soumya Swaminathan, chief scientist dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): “È ancora troppo presto per sapere se questa sotto-variante ha proprietò di ulteriore immune-evasione o se ha manifestazioni cliniche più severe. Non lo sappiamo. Dobbiamo aspettare e monitorare”.
“Sta emergendo quella che potrebbe essere una nuova sotto-variante – ha aggiunto – Non è stata ancora battezzata ufficialmente, ma alcune persone si riferiscono a BA.2.75, originariamente riportata dall’India e poi da una decina di altri Paesi. Ci sono ancora poche sequenze disponibili da analizzare, ma questa sotto-variante sembra avere alcune mutazioni sul Receptor Binding Domain della proteina Spike, che è una parte chiave attraverso cui il virus si attacca al recettore umano. Perciò dobbiamo studiare questo aspetto”.
Al momento, tuttavia, secondo Swaminathan, le informazioni disponibili sono troppo poche: “Naturalmente stiamo tracciando e il Technical Advisory Group on Virus Evolution sta seguendo costantemente i dati da tutto il mondo. In ogni momento, se emergerà un virus che sembra sufficientemente diverso da quelli precedenti da essere dichiarato una nuova ‘variant of concern’, il comitato non esisterà a farlo”.