Operazione in tutta Italia che ha smantellato un’associazione a delinquere che puntata sull’autoriciclaggio attraverso un circuito di money transfer. Ad essere coinvolte anche alcune sedi in Sicilia. Le fiamme gialle del 2° nucleo operativo metropolitano di Cagliari hanno scoperto questo gruppo che maneggiava ingenti somme di denaro. Sedici persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Cagliari che ha ordinato il sequestro preventivo per oltre 51 milioni di euro. L’indagine è nata dalla segnalazione da parte di un istituto di credito nei confronti di un’agenzia di pagamento a Quartu Sant’Elena, nel cagliaritano, gestita da un cittadino straniero che aveva indicato, quali mittenti di alcune transazioni in denaro, ignari clienti dell’esercizio commerciale.
Gestore utilizzava altre identità
Secondo i finanzieri di Cagliari, l’attività di analisi delle transazioni effettuate dall’operatore ha evidenziato, in primis, che il gestore dell’agenzia utilizzava l’identità degli ignari avventori che si erano rivolti a lui per i servizi erogati dall’esercizio pubblico come ad esempio la fotocopia del documento d’identità. Insospettiti da questa condotta, i militari hanno deciso di estendere il controllo all’intero circuito di agenti money transfer facenti capo al medesimo istituto di pagamento di diritto estero mediante il quale operava l’agenzia di pagamento.
Le perquisizioni
Sono state dunque effettuate perquisizioni sia nella sede principale dell’agenzia, a Milano, sia nell’abitazione del suo referente per l’Italia, un soggetto residente a Roma. Dai controlli, secondo la Gdf, è emersa la presenza di ulteriori 15 agenti di pagamento sparsi in tutta Italia, presso i quali sono state riscontrate le stesse criticità presenti nell’agenzia cagliaritana. Inoltre, in alcuni casi, i soggetti controllati non erano neanche dipendenti del money transfer e neppure abilitati allo svolgimento dell’attività di agente di pagamento.
La segnalazione all’Oam
Al termine dell’attività di indagine i fatti sono stati segnalati anche all’Oam (Organismo Agenti e Mediatori), quale organo di vigilanza. “Nella prevenzione e repressione dell’autoriciclaggio – spiega la guardia di finanza – il Corpo svolge un ruolo chiave e centrale: e non solo nel sistema nazionale di vigilanza, ma anche nei principali contesti investigativi, dove la Guardia di Finanza rappresenta il primo interlocutore per l’Autorità Giudiziaria. L’attività di sviluppo delle segnalazioni per operazioni sospette, infatti, permette di intervenire, in modo mirato, in presenza di movimentazioni anomale, dietro le quali potrebbe ragionevolmente celarsi attività di ‘ripulitura’ di denaro sporco”.
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