Alessandro Parini, il giovane avvocato ucciso a Tel Aviv, in Israele, è morto per l’impatto causato dall’auto guidata dall’arabo-israeliano Yousef Abu Jaber contro il gruppo in cui si trovava la vittima. Così fonti della polizia al termine degli esami sul corpo dell’italiano, confermando inoltre che non sono stati trovati proiettili ma ferite alla testa e alla schiena compatibili con l’impatto con il mezzo.
Le stesse fonti, citate da Haaretz, hanno anche escluso l’incidente: Abu Jaber ha agito “in modo premeditato” con l’auto lanciata contro la gente, quindi con la volontà di uccidere.
Tale ricostruzione è in contrasto con quanto dichiarato dalla famiglia di Abu Jaber, secondo cui avrebbe avuto un colpo di sonno. Invece, secondo le fonti, l’uomo “ha rapidamente manovrato tra i blocchi di cemento (sui marciapiedi) per raggiungere di proposito la pista ciclabile. Mentre guidava all’impazzata, ha intenzionalmente accelerato e ha colpito un gruppo di persone. Ha poi continuato ad accelerare e ha colpito ancora un altro gruppo e e colpire quante più persone possibile”.
Resta da capire se l’uomo abbia agito in modo autonomo e con quale movente o se lo abbia fatto perché appartenente a un gruppo terroristico, dal momento che la Jihad Islamica ha elogiato pubblicamente quanto successo.
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