Un attacco con droni provenienti dal Libano ha preso di mira la residenza privata del premier israeliano Benjamin Netanyahu nella città costiera di Cesarea. L’ufficio del primo ministro ha confermato che né Netanyahu né sua moglie, Sara, si trovavano all’interno dell’abitazione al momento dell’attacco. Non ci sono state vittime o feriti, ma l’episodio ha ulteriormente intensificato la tensione nella regione.
L’esercito israeliano aveva precedentemente annunciato che un drone lanciato dal Libano aveva colpito una “struttura” a Cesarea, senza fornire ulteriori dettagli. Successivamente, l’ufficio di Netanyahu ha specificato che si trattava proprio della residenza privata del primo ministro.
Netanyahu: “nulla ci scoraggerà”
Subito dopo l’attacco, Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione attraverso un video pubblicato dal giornalista Gil Mishali su X, affermando: “Nulla ci scoraggerà, continueremo fino alla vittoria“.
Il coinvolgimento dell’iran nell’attacco
Un alto funzionario del governo israeliano ha dichiarato a Channel 12 che “l’Iran ha provato a eliminare il primo ministro di Israele”. Secondo l’IDF (l’esercito israeliano), tre droni erano stati lanciati dal Libano verso Israele: due sono stati intercettati e uno ha colpito un edificio a Cesarea.
La minaccia iraniana è considerata molto seria dal governo israeliano, soprattutto alla luce delle recenti tensioni tra i due paesi. L’attacco potrebbe essere interpretato come una provocazione volta a destabilizzare ulteriormente la situazione in Medio Oriente, e Israele ha già avvertito che la risposta potrebbe non farsi attendere.
Meloni e la proposta di cessate il fuoco
Nel frattempo, il premier italiano Giorgia Meloni ha espresso la sua opinione sulla situazione mediorientale durante un’intervista al Tg4. Meloni ha parlato della proposta di cessate il fuoco promossa dall’Italia insieme ad altri attori della comunità internazionale, e ha sottolineato l’importanza di un impegno anche da parte di Israele per trovare una soluzione diplomatica. La premier ha dichiarato che “da parte libanese c’è stata adesione” alla proposta, e che ora tocca a Israele compiere un passo decisivo.
Meloni ha inoltre sottolineato che la recente uccisione di Yahya Sinwar, uno dei leader degli attacchi a Israele del 7 ottobre, potrebbe aprire una finestra per provare a costruire “una storia nuova”. La premier ha ribadito l’importanza di intensificare gli sforzi per liberare gli ostaggi israeliani, considerandolo un elemento cruciale per arrivare a un cessate il fuoco.
Timori di un conflitto regionale
Con l’attacco a Netanyahu e l’aumento delle tensioni tra Israele e Iran, cresce anche il timore di un conflitto regionale. Meloni ha ammesso di essere preoccupata per un’escalation della situazione mediorientale, ribadendo che il rischio di un conflitto più ampio è reale. “Se non lo temessi non sarei qui”, ha dichiarato Meloni, confermando di avere frequenti colloqui con Netanyahu e con altri leader della regione, tra cui il re di Giordania, Abdullah II.
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