Buone notizie per gli artigiani dopo che il Tar del Lazio ha sospeso la procedura di iscrizione al Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato e obbliga il fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato (Fsba) a predisporre una semplice richiesta per ottenere l’integrazione salariale senza assunzione di un vincolo contributivo.
Secondo le regole stabilite dal Fsba, gli artigiani sarebbero stati obbligati a corrispondere le quote contributive, passate e future, per ottenere in cambio l’erogazione della cassa integrazione con causale Covid19. Il Tar del Lazio ha però detto no alla procedura di iscrizione al fondo. Il ricorso era stato presentato dallo studio legale Leone-Fell.
All’indomani dell’approvazione del Decreto Cura Italia, da più parti si è levata la protesta degli artigiani e della categoria dei consulenti del lavoro che, a ragione, avevano sempre ritenuto non necessaria l’iscrizione a Fsba ed Ebna. Di contro l’ente che gestisce il Fondo, pur avendo ricevuto un trasferimento di risorse pubbliche a sostegno della Cig pari a 60 milioni di euro ha mantenuto ferma la propria posizione, affermando categoricamente che l’iscrizione è dovuta per legge.
A risolvere la controversia è intervenuto il presidente del Tar del Lazio, il quale, in accoglimento della richiesta avanzata da un artigiano difeso dallo studio legale Leone Fell, ha riconosciuto il diritto di presentare la domanda di integrazione salariale senza previa iscrizione a Fsba ed Ebna
“Negli ultimi giorni – dichiara l’avvocato Francesco Leone – abbiamo attivato un nuovo servizio di confronto con le imprese, “Open Impresa”, in cui sono emerse diverse criticità sulle modalità di attuazione delle misure emergenziali adottate dal Governo, tra cui la cassa integrazione per gli artigiani. Nei prossimi giorni – continuano gli avvocati Simona Fell e Nicolò Vella – chiariremo all’intera categoria la migliore strada per tutelare le loro posizioni senza rinunciare alla cassa integrazione”.
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