In Africa, al momento, si sono registrati soltanto tre casi di coronavirus: uno in Egitto, uno in Algeria e uno in Nigeria. E nessuno di questi è deceduto. Si tratta, senza dubbio, di un numero decisamente ridotto rispetto a un continente dove vivono quasi 1,3 miliardi di persone e in relazione agli oltre 86mila casi registati in tutto il mondo (con 3mila vittime appurate).
Eppure, poco dopo la comparsa del Covid-19, gli esperti hanno subito avvertito sui rischi della sua diffusione in Africa perché lì non solo le strutture sanitarie sono inadeguate a contenere un’epidemia ma anche perché ci sono stretti legami commerciali con la Cina.
A tal proposito, il 22 febbraio scorso, in un incontro che si è svolto ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha detto: «La nostra più grande preoccupazione continua a essere che il Covid-19 si possa espandere nei paesi con sistemi sanitari deboli».
Inoltre, in uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet sulla vulnerabilità dei Paesi africani, un team di scienziati ha identificato l’Algeria, l’Egitto e il Sudafrica come gli Stati più a rischio di epidemia, sebbene lì ci siano i sistemi sanitari migliori dell’intero continente.
Ebbene, non esiste al momento una risposta certa sul perché in Africa, almeno per ora, il coronavirus non abbia attecchito come altrove. Come riportato su France24.com, il professor Thumbi Ndung’u, dell’African Institute for Health Research di Durban, Sudafrica, ha affermato che «nessuno lo sa», aggiungendo che «forse, semplicemente, non ci sono poi così tanti viaggi tra l’Africa e la Cina».
Tuttavia, Ethiopian Airlines, la più grande compagnia aerea africana, non ha mai sospeso i suoi voli da e per la Cina da quando è scoppiata l’epidemia e dalla Cina meridionale sono ripresi da mercoledì scorso i collegamenti veso il Kenya.
Inoltre, c’è chi ritiene che alla base della presenza di pochi casi di coronavirus in Africa ci siano anche fattori climatici favorevoli: «Forse il virus non riesce a diffondersi nell’ecosistema africano», ha affermato il professor Yazdan Yazdanpanah, capo del dipartimento delle malattie infettive dell’ospedale Bichat di Parigi.
Un’ipotesi, però, respinta dal collega Rodney Adam, che dirige la task force sulle infezioni presso l’ospedale universitario Aga Khan di Nairobi, in Kenya: «Non ci sono prove attuali per indicare che il clima influisca sulla trasmissione. Mentre è vero che, per alcune infezioni, ci possono essere differenze genetiche ma non ci sono prove attuali in tal senso per Covid-19».
Insomma, nella comunità scientifica, il caso è aperto.