Stamattina, dopo che Mario Draghi si è recato al Quirinale per dimettersi, il Capo dello Stato Sergio Mattarella, prendendo atto della decisione del premier, ha disposto che “il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti“.
Ma cosa sono questi affari correnti? Ebbene, con questa formula, l’Esecutivo s’impegna ad assicurare la continuità amministrativa, ad attuare determinazioni già assunte dal Parlamento e ad adottare soltanto atti urgenti.
C’è da dire, però, che non si tratta di una formula presente nella Costituzione e sarà una direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri, come consuetudine e tramite un DPCM, a definire il perimetro entro il quale saranno circoscritti questi “affari correnti”.
A tal proposito, come spiegato su Fanpage.it, dal momento che il Governo Draghi non è stato formalmente sfiduciato dal Parlamento, “potrà continuare a emanare decreti leggi, viste le condizioni di emergenza dettate dalla crisi energetica e pandemica, e dal caro prezzi aggravato dalla guerra in Ucraina, e potrà continuare ad adottare i decreti legislativi di attuazione delle leggi delega del PNRR”.
Infine, come riportato su Openpolis.it, “il Governo potrà emanare decreti legge in quanto dettati da casi di necessità e urgenza ed esaminare i relativi disegni di conversione; esaminare i disegni di legge di ratifica dei trattati, i ddl di delegazione europea e della legge europea se si tratta di atti dovuti, in quanto adempimento ad obblighi internazionali o derivanti dall’appartenenza all’UE”.
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