La professoressa Elisabetta Condò, aggredita ieri, lunedì 29 maggio, in una scuola superiore di Abbiategrasso (Milano) da uno studente di 16 anni, ha subito un’operazione alla testa presso l’ospedale di Legnano a causa delle ferite da taglio riportate.
Le coltellate, infatti, hanno provocato una frattura dell’osso parietale destro, così come lesioni alla clavicola e all’avambraccio destro. Le ferite, profonde oltre 15 centimetri, hanno coinvolto l’arteria ulnare, nervi e tendini, nonché il ventre muscolare e i flessori. Secondo i medici, la prognosi sarà di almeno 35 giorni.
Il movente: le note sul registro
Durante l’intervento dei militari, il giovane aggressore non ha opposto resistenza. Ai medici, avrebbe sostenuto di essersi procurato da solo la ferita alla testa. Il ragazzo è stato trasferito dapprima al San Carlo e successivamente al reparto di neuropsichiatria dell’età adolescenziale dello stesso nosocomio. È emerso che la pistola giocattolo che aveva con sé era stata acquistata legalmente (poi ha tolto il tappo rosso), mentre il coltello utilizzato per l’aggressione apparteneva al padre, un cacciatore con regolare porto d’armi. Inoltre, è stato rilevato che i precedenti scolastici del ragazzo erano principalmente relativi alle prestazioni accademiche, piuttosto che a particolari comportamenti problematici.
Secondo gli investigatori, il movente dell’aggressione sarebbe legato alla rabbia che il minore provava per la docente di italiano e storia, che di recente gli aveva segnato quattro note sul registro. In totale lo studente ne aveva ricevute sei.
Il commento del ministro dell’Istruzione
Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, al Corriere della Sera ha commentato: “Nella scuola di Abbiategrasso è avvenuto un fatto particolarmente inquietante. Ma fortunatamente non siamo a quei livelli (gli USA, n.d.r.): non vedo una diffusione di episodi simili a quelli di cui leggiamo nelle cronache dagli Stati Uniti. C’è però nelle scuole un duplice problema: quello di un aumento del disagio psicologico degli adolescenti e quello dell’aumento degli episodi di bullismo, anche contro i professori”.
“L’esperienza del Covid – ha osservato il ministro – ha contribuito a incrinare quella relazione interpersonale che è fondamentale nello sviluppo educativo. Si registrano dati allarmanti di minacce e persino percosse ai docenti. Gli uffici scolastici regionali ci hanno comunicato che dall’inizio dell’anno scolastico ci sono stati circa cinque casi al mese. Dove vi è stata richiesta, abbiamo già provveduto a disporre la difesa legale da parte dell’avvocatura dello Stato. Tutto questo ci deve far riflettere”.
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