Chiusi in delle “gabbie” in plexiglass pur di andare a mare. L’idea arriva dalle spiagge dell’Emilia Romagna dove le stanno studiando tutte pur di consentire la riapertura degli stabilimenti balneari e salvare la stagione turistica che si preannuncia devastante. In tempi di crisi si sa, la fantasia può essere un’arma in più e quindi ecco che spuntano in rete le prime immagini delle protezioni in plexiglass installate tre gli ombrelloni.
La sottosegretaria al Turismo, Lorenza Bonaccorsi, ha già detto di aver preso in considerazione l’ipotesi di poter aprire le spiagge, intanto il sindacato balneari chiede “un’ordinanza nazionale che stabilisca modalità uniche per tutto il territorio”.
L’idea delle protezioni in plexiglass è venuta a Claudio Ferrari, proprietario della “Nuova Neon Group 2” di Serramazzoni, nel Modenese. “L’idea nasce con il duplice scopo di proteggere ma anche di far ripartire le attività” – dice a Repubblica – e secondo noi può funzionare. Già siamo al lavoro per realizzare gli schermi per banche, farmacie e così abbiamo pensato di estendere il lavoro anche alle attività commerciali”. Tra le proposte c’è anche quella quella di lasciare almeno tre metri tra un ombrellone e l’altro.
Ancora è presto per affermarlo con certezza ma l’estate 2020 sarà un’estate italiana. Appare improbabile che possano essere consentiti i viaggi all’estero. C’è chi parla di mascherina anche in spiaggia, chi sostiene che è utile solo se si sta in luogo chiuso e chi avanza la proposta di prenotazioni obbligatorie per gli stabilimenti. “Possiamo pensare di pianificare le nostre vacanze – dice la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa – con le cautele perchè non ci sarà il vaccino ma magari avremo una terapia e il virus sarà governabile. Pensare di stare chiusi in casa in città roventi a luglio e agosto mette angoscia a chiunque”.
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