Stamattina, martedì 3 marzo, è stato convalidato il fermo per tentata rapina del 17enne complice di Ugo Russo, il 15enne ucciso da un carabiniere in abiti civili (indagato per omicidio volontario) a Napoli nella notte di sabato scorso.
Il legale dell’adolescente, Mario Bruno, ha spiegato che il suo cliente «sarà trasferito in una comunità dove seguirà un percorso di recupero e riflessione su questa vicenda». Sempre secondo l’avvocato «il ragazzo ha confermato che era la prima volta che commetteva un’azione di questo genere e che, quella sera non aveva compiuto altre rapina prima di quella sfociata in tragedia». Il legale ha anche raccontato che il 15enne e il suo cliente stavano cercando di mettere a segno la rapina «per racimolare soldi da usare per andare in discoteca».
Inoltre, si è appreso che la famiglia di Ugo Russo ha chiesto ai suoi amici di non portare fiori al suo funerale ma di donare un euro per ciascun fiore all’ospedale Pellegrini, danneggiato da amici e conoscenti della vittima dopo avere appreso della sua morte, avvenuta durante un disperato intervento chirurgico.
In merito ai danni provocati all’ Ospedale dalla reazione violenta di amici e conoscenti, il padre di Ugo, il 39enne Vincenzo Russo, ha detto: «Io e i miei familiari pensavamo a Ugo, non a danneggiare l’ospedale». Non ancora fissata la data dei funerali del ragazzo perché si aspetta l’esito dell’autopsia.
Infine, a proposito del carabiniere di 23 anni, il suo avvocato Enrico Capone ha dichiarato: «Le indagini sono in corso, verrà accertata la verità, che per noi è quella di un comportamento professionalmente impeccabile. Questo è quello che siamo sicuri verrà accertato», rimarcando che il militare «è dispiaciuto, c’è sofferenza da parte di due famiglie, quella del 15enne che è venuto a mancare e la famiglia del mio assistito per un procedimento in corso che c’è. Per questo è doveroso mantenere il più stretto riserbo».
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