È di 396 euro la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2023 da una famiglia siciliana, rispetto ai 320 della media nazionale. Ci sono alcune differenze tra i capoluoghi: si va dal picco dei 594 euro di Catania, capoluogo di provincia più caro d’Italia, ai 267 euro di Caltanissetta. In Sicilia, la tariffa è aumentata del 2,5% rispetto al 2022, e a Catania in particolare si registra un aumento del 17,9%. Questi i dati contenuti nell’ultima indagine sviluppata da Cittadinanzattiva.
Confronti impietosi
A livello nazionale, la spesa più elevata si registra al Sud, con la Campania in testa a livello regionale (416 euro, e un leggero aumento dello 0,5% rispetto all’anno precedente). Poi ci sono e ben sette capoluoghi di provincia meridionali nella top ten dei più cari, guidata da Catania dove una famiglia spende mediamente 594 euro all’anno. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa sono le Marche (250 euro); fra i capoluoghi di provincia è Udine quello meno caro, con una spesa media a famiglia di 181 euro, tre volte in meno che a Catania.
Il focus su Palermo
A Palermo, capoluogo della Sicilia, la situazione è rimasta pressocchè invariata. Nel 2023 si pagano 314 euro contro i 318 dell’anno prima. Magra consolazione l’1,3% in meno che praticamente non lo sentirà nessun contribuente. Certamente se mettiamo a confronto Palermo con il capoluogo friulano più virtuoso si pagano ben 133 euro in più, siamo quasi sul doppio.
L’indagine su cosa si basa
Sono 54 i capoluoghi in cui si registrano aumenti della tariffa, soltanto 20 quelli in diminuzione. L’incremento più elevato è a Latina (+31,2%), la riduzione più consistente ad Imperia (-23,3%). È questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. L’indagine sul costo sostenuto nel 2023 per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento una famiglia composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. L’indagine è realizzata nell’ambito del progetto “Vita da generazione spreK.O.”, finanziato dal Mimit.
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