Sono iniziate questa mattina le operazioni di demolizione delle baracche di via Taormina dopo l’assegnazione dei nuovi alloggi alle famiglie aventi diritto avvenuta nelle scorse settimane.
L’impresa appaltatrice Luvitiem srl avrà 60 giorni di tempo per completare i lavori (per un importo di poco più di 135 mila euro) che comporteranno la demolizione di una decina di baracche e gli interventi di pulizia in tutta l’area interessata. Committente Commissario straordinario per il risanamento, Rup ingegner Benedetto Alberti, progettazione architetto Grazia Marullo, direzione lavori ingegner Giuseppe Morganti.
Presenti oggi all’inizio delle operazioni il sub commissario al risanamento Marcello Scurria, l’architetto Grazia Marullo coordinatrice settore tecnico ufficio commissariale, il vice sindaco Salvatore Mondello, il direttore dei lavori ed i rappresentanti dell’impresa.
“Non demoliamo soltanto le baracche rimaste qui da anni, ma puliamo un’area lasciata al degrado e trasformata in discarica. Questa è la seconda baraccopoli della città con oltre 400 famiglie alle quali diciamo, siamo arrivati, abbiamo iniziato. Lavoriamo per restituire bellezza alla città” ha dichiarato il sub commissario Marcello Scurria.
Il governo ha riassegnato tre miliardi di euro per il finanziamento del ponte sullo Stretto di Messina, una decisione che ha catalizzato le attenzioni sia politiche che pubbliche. Questi fondi provengono dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, precedentemente destinati ad altre infrastrutture nel Sud Italia. Questa mossa, fortemente sostenuta dalla Lega e dal suo leader Matteo Salvini, ha suscitato immediate reazioni contrarie dalle opposizioni, che vedono in questo atto un danno per le regioni meridionali.
Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (Cipess) ha confermato che il progetto definitivo del ponte sarà approvato entro dicembre 2024, con l’inizio dei lavori previsto per il 2025. Nonostante l’entusiasmo di alcuni settori, la Ragioneria Generale dello Stato ha espresso preoccupazioni riguardo l’impatto di questa grande spesa sui conti pubblici, specialmente considerando i vincoli di spesa imposti dall’Unione Europea.
La riassegnazione dei fondi ha scatenato non solo dibattiti politici, ma anche forte dissenso da parte della società civile e di alcuni esponenti politici. Agostino Santillo, vicecapogruppo del M5S, ha denunciato su X un’azione di “sciacallaggio” che penalizza il Sud, riferendosi all’azione di Salvini e al supporto di Giorgia Meloni come una manovra che sottrae risorse vitali alle regioni che più ne hanno bisogno.
“Alla Regione Siciliana non sarà decurtato neanche un euro dei 5,3 miliardi già assegnati all’Isola con l’Accordo di coesione sottoscritto nel maggio scorso. Le nuove risorse del Fsc 2021/27 che il governo nazionale ha deciso di destinare per la realizzazione del Ponte sullo Stretto andranno a gravare esclusivamente sulla quota riservata allo Stato. Una decisione che rappresenta un segnale di grande attenzione non solo verso questa infrastruttura strategica, ma verso l’intero territorio della nostra regione”. Lo affermava nei giorni scorsi il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. “Abbiamo già destinato all’interno del Fondo di sviluppo e coesione – prosegue Schifani – 1,3 miliardi di euro per la costruzione del Ponte sullo Stretto, confermando la volontà di contribuire in maniera concreta alla realizzazione di quest’opera fondamentale. Inoltre, nell’ambito dello stesso Accordo, e in sinergia con i programmi europei 2021-2027, abbiamo previsto interventi infrastrutturali complementari di grande rilievo, come il raddoppio del corridoio ferroviario Messina-Palermo-Catania. Interventi che, integrandosi con il Ponte, garantiranno il pieno raggiungimento degli obiettivi del Piano regionale dei trasporti, favorendo una Sicilia più connessa e competitiva, al centro delle dinamiche di sviluppo del Mezzogiorno e del Paese”.