A Galati Mamertino si elabora uno dei pilastri fondamentali della futura economia e dal cuore dei Nebrodi parte il progetto che mira a imporre all’imprenditoria europea il modello della remanufacturing. Tutto questo, come spiega il sito tempostretto.it, grazie ad un veneto visionario, Alberto Baesso, protagonista di una storia di “emigrazione al contrario” che oggi rischia di vedere la parola fine.
Remanufacturing, il futuro dell’economia
Le materie prime scarseggiano e costeranno sempre di più. Il mercato spinge a comprare sempre più voracemente oggetti che diventano presto rifiuti. Rifiuti che non possiamo più permetterci. Ecco perché la remanufacturing, ovvero la rifunzionalizzazione per il riuso degli oggetti, è il futuro dell’economia. L’esempio più immediato è quello dei produttori di stampanti che ritirano i loro prodotti usati per rimetterli sul mercato nuovamente efficienti. “Gli studi ci dicono che, col crescere del costo delle materie prime, pur dovendo pagare un poco di più la manodopera, col remanufacturing le aziende tengono alti i profitti – spiega Alberto Baesso – Già oggi i campi di applicazione sono tanti, dall’informatica a tanti altri settori della produzione, sia negli States che nel nord Europa”.
Il futuro dell’economia a Galati
A Galati Mamertino si elabora uno dei pilastri fondamentali della futura economia e dal cuore dei Nebrodi parte il progetto che mira a imporre all’imprenditoria europea il modello della remanufacturing. Tutto questo grazie ad un veneto visionario, Alberto Baesso, protagonista di una storia di “emigrazione al contrario” che oggi rischia di vedere la parola fine a causa delle troppe difficoltà.
Remanufacturing, il futuro dell’economia
Le materie prime scarseggiano e costeranno sempre di più. Il mercato spinge a comprare sempre più voracemente oggetti che diventano presto rifiuti. Rifiuti che non possiamo più permetterci. Ecco perché la remanufacturing, ovvero la rifunzionalizzazione per il riuso degli oggetti, è il futuro dell’economia. L’esempio più immediato è quello dei produttori di stampanti che ritirano i loro prodotti usati per rimetterli sul mercato nuovamente efficienti. “Gli studi ci dicono che, col crescere del costo delle materie prime, pur dovendo pagare un poco di più la manodopera, col remanufacturing le aziende tengono alti i profitti – spiega Alberto Baesso – Già oggi i campi di applicazione sono tanti, dall’informatica a tanti altri settori della produzione, sia negli States che nel nord Europa”.
Protagonisti in Europa
E’ qui che entra in campo la Società Italiana di Remanufacturing, il consorzio di imprese, enti di ricerca e università promosso da Baesso nel 2023 per estenderne la conoscenza e l’applicazione. La Sir è oggi protagonista a Bruxelles del dialogo con istituzioni e imprese per la costruzione della secular economy, che ha uno dei pilastri fondamentali nel remanufacturing.
Da Galati Mamertino a Bruxelles
Un progetto che nasce a Galati Mamertino, poco più di mille anime a 850 metri d’altezza nel cuore dei Nebrodi, in Sicilia. Perché la Sir è uno dei più importanti progetti di di Way Point, l’azienda veneta che opera nel settore dell’illuminazione e che qualche anno fa ha scelto la Sicilia come sede della divisione ricerca. Dal Veneto alla Sicilia la strada è lunga e sembra ai più una follìa: “Qui ci sono le risorse umane, ci sono le menti, ci sono ragazzi capaci di applicarsi e offrire importanti apporti alle imprese – spiega Baesso – sono arrivato in Sicilia per lo sport e ci sono rimasto, abbiamo cominciato con l’Università di Palermo poi ho scelto il living lab di Galati Mamertino. Qui la qualità della vita è alta, arrivi in questi posti meravigliosi che ti sembra di stare sulle Alpi. Poi i ragazzi, queste risorse umane preziosissime…”. Oggi qui si dialoga con 15 università italiane e straniere, il Cnr di Palermo e aziende importanti.
La difficoltà nella aree interne in Sicilia
“Oltre a me quando abbiamo cominciato c’erano 5 persone, oggi soltanto una. Perché oltre alle difficoltà nel rapporto con gli enti e con la Regione in particolare, i giovani a Galati Mamertino non ci vogliono venire”. Aria, panorami e cibo buono non bastano anche in epoca di nomadi digitali? “Potrebbero, ma ragazzo di 25, 27 anni, vuole poter fare la sua vita, vuole potersi muovere per socializzare. Da qui in determinate ore del giorno è impossibile spostarsi se non si hanno mezzi anche solo verso Capo d’Orlando, per esempio”. Insomma, senza servizi non si canta messa.
Altre difficoltà? Tutte quelle facilmente immaginabili a un siciliano che deve dialogare con enti locali, Regione in primis. Per non parlare della burocrazia. Ma non soltanto. “Il rapporto con la scuola è complesso, ma non per volontà delle scuole stesse. Non siamo riusciti a coinvolgere stabilmente i ragazzi dell’istituto tecnico di Sant’Agata Militello, per esempio – racconta Baesso – perché i docenti non vogliono fare il tutoraggio in impresa da noi. Con l’Università di Palermo il rapporto passa per il singolo docente coinvolto”. Difficoltà che in Veneto non ci sono? “Ce ne sono anche lì certo – ammette Baesso – ma almeno lì ottengo un sì o un no quando dialogo con enti e istituzioni”.
Fine di una storia
La love story di Baesso con la Sicilia e questo exploit dei Nebrodi in Europa rischia di avere scadenza breve: fine anno 2024. A convincerlo a non chiudere battenti potrebbe essere soltanto la semplificazione del rapporto con la scuola, spiega. Sarebbe un enorme perdita per il territorio, per Messina e la sua provincia e per l’intera Sicilia. Una ennesima storia di sconfitta che piacerebbe non dover scrivere, soprattutto nei giorni in cui a Messina si chiude il Sud Innovation Summit, il salone dell’innovazione che vuole portare al Sud le grandi imprese del digitale.
Il festival del giornalismo enogastronomico
L’esperienza di Baesso è stata al centro di uno dei talk dell’ultimo Festival del Giornalismo Enogastronomico di Galati Mamertino, svoltosi proprio al Living Lab dei Nebrodi, finalizzato al sostegno dell’economia delle aree interne ed al rapporto con giornalismo. Talk e dibattiti che quest’anno sono confluiti nella Carta di Galati Mamertino, il protocollo a sostegno dell’editoria digitale.
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