Ucciso per un litigio, una discussione nata qualche giorno prima tra i due. Un contrasto, sorto per futili motivi, che ha spinto Gaetano Nucifora, 57 anni, a quella follia. Ha premuto il grilletto del suo fucile di caccia sul lungomare di Furci Siculo, nel Messinese, non curandosi di quanta gente ci fosse attorno. Ha sparato tre volte ed ha spento in questo modo la vita di quello che era anche pi di un amico: l’ex poliziotto Giuseppe Catania. L’assassino ha ricostruito minuziosamente davanti ai carabinieri quel che è accaduto. Catania, ex agente della squadra mobile di Messina in pensione, era conosciuto da tutti in paese.
Il 57enne sarebbe stato il testimone di nozze di Catania. A conferma del legame tra i due. Ma proprio un alterco tra i due ha messo in dubbio una storica e forte amicizia. Cosa nel dettaglio ancora non è trapelato.
Nucifora ai carabinieri ha spiegato nel dettaglio cosa ha fatto. Ha imbracciato il fucile da caccia dopo aver saputo dove si trovava Catania. Una volta giunto sul posto è sceso dall’auto, ha puntato l’arma contro il 63enne invitando alcuni anziani vicini a spostarsi per evitare che potessero essere colpiti. Quindi ha premuto il grilletto colpendolo una prima volta alla testa e altre due volte al ventre, uccidendolo.
Dopo il delitto Nucifora si è costituito la sera stessa alla stazione dei carabinieri di Roccalumera. Operaio edile ed in precedenza commerciante, con la vittima condivideva la passione per la caccia. Spesso andavano proprio a caccia assieme e le famiglie erano molto legate. Sul luogo del delitto era presente anche il sostituto procuratore di turno Roberta La Speme. Le indagini dei carabinieri sono coordinate dal procuratore aggiunto di Messina Vito Di Giorgio.
All’ex poliziotto è stato sparato da un’auto e le modalità avevano fatto pensare alla presenza di almeno due killer inizialmente. Ma pare che questo dubbio si sia dissolto di fronte alla confessione spontanea e minuziosa di Nucifora. La sua ricostruzione appare reale e veritiera, al netto comunque delle ulteriori verifiche degli inquirenti che sono ancora in corso.