Intervento chirurgico da record effettuato al Policlinico Universitario di Messina dove è stato asportato un tumore addominale che pesa 16 chilogrammi. L’intervento è stato eseguito dal prof. Antonio Macrì, direttore della scuola di specializzazione in chirurgia generale dell’Università di Messina e responsabile del centro di riferimento per la cura dei tumori peritoneali della società italiana di chirurgia oncologica, di cui è anche consigliere nazionale.
Un liposarcoma retroperitoneale
“Si è trattato – spiega Macrì – di un liposarcoma retroperitoneale gigante che contraeva rapporti molto stretti con l’intestino, il rene sinistro, il pancreas, lo stomaco, i grossi vasi ed i muscoli circostanti. L’intervento è stato particolarmente complesso, oltre che per i rapporti anatomici, anche per la necessità di preservare gli organi principali in quanto il paziente è particolarmente fragile. Il successo, è ovviamente di tutta l’equipe, composta dai miei collaboratori, Milone, Calleri, Di Pietro, Musumeci, Palopoli e Visaloco e dai colleghi anestesisti, coordinati dalla professoressa De Pasquale”.
Tumori rari
“I sarcomi, conclude Macrì, sono tumori rari che, per le problematiche che comportano, così come tutte le neoplasie, devono essere trattati in centri di riferimento al fine di ottimizzare i risultati”.
Al Giglio di Cefalù robot per asportare tumori
La Sicilia si sta sempre di più specializzando nella chirurgia oncologica e non solo e sono tanti gli interventi eseguiti nelle strutture sanitarie.
A gennaio, ad esempio, il centro di ginecologia oncologica e dell’endometriosi del “Gemelli Giglio” di Cefalù ha avviato l’attività chirurgica con i primi due interventi eseguiti: uno con tecnica robotica e l’altro con tecnica laparoscopica. Nel primo caso è stato impiegato il Robot Da Vinci per una procedura di isterectomia radicale per cancro dell’endometrio con biopsia del linfonodo sentinella pelvico su una paziente di 72 anni. Per individuare il linfonodo sentinella è stato utilizzato il colorante verde di indocianina (Icg) sfruttando i nuovi sistemi con telecamere ad infrarossi offerte dalla tecnologia robotica.
Intervento durato tre ore
“L’intervento – ha spiegato Giulio Sozzi, responsabile del centro di ginecologia oncologica e dell’endometriosi del Gemelli Giglio – ha avuto una durata di tre ore, non vi sono state problematiche intraoperatorie. La paziente ha avuto una rapida ripresa clinica tanto da essere stata dimessa in ottime condizioni di salute in quarta giornata post operatoria. L’applicazione della ricerca del linfonodo sentinella ai tumori ginecologici – ha aggiunto Sozzi – ha rappresentato un importante innovazione in ginecologia oncologica permettendo di identificare l’eventuale presenza di malattia linfonodale attraverso procedure sempre meno invasive e meno impattanti sull’outcame fisico della paziente”.
Altra procedura laparoscopica
Il secondo intervento è stato eseguito su una paziente di 43 anni siciliana affetta da endometriosi pelvica sintomatica. La procedura è stata effettuata per via laparoscopica con l’asportazione di tutti i focolai endometriosici sia ovarici che peritoneali. “L’intervento – ha rilevato il medico Giulio Sozzi – è stato condotto nell’ottica di risparmiare la fertilità con l’intento di dare una chance alla paziente non solo di risolvere la sintomatologia dolorosa ma anche di poter tentare di cercare una gravidanza”.
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