Altri due corpi individuati domenica a largo di Filicudi

Trovato cadavere in spiaggia a Rodia, forse vittima naufragio

Il cadavere di un uomo, in avanzato stato di decomposizione, è stato rinvenuto stamattina sulla spiaggia di Rodia, a Messina. Sono intervenuti i militari della capitaneria di porto e i carabinieri.

Terzo corpo ritrovato da domenica

Si tratta del terzo corpo ritrovato, a partire da domenica, nelle acque messinesi dopo i due individuati al largo dell’isola di Filicudi e tra Patti e Vulcano.

Non si esclude sia vittima di naufragio dello scorso 10 aprile

Non è escluso – e sui ritrovamenti è forte l’attenzione degli investigatori e perfino dei funzionari della prefettura di Agrigento – che i tre cadaveri possano essere dei dispersi del naufragio dello scorso 10 aprile in acque Sar maltesi.

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L’ennesima tragedia del mare

Quarantasei le persone, partite da Sfax in Tunisia, che viaggiavano su un barchino che si è capovolto a causa delle condizioni proibitive del mare. La guardia costiera, quel giorno, soccorse 23 superstiti (5 donne) e raccolse 8 cadaveri fra cui quello di una bambina di 6 anni.

Uno dei migranti sbarcati a Lampedusa è morto, nelle ore successive, al poliambulatorio dell’isola. I naufraghi, allora, parlarono di circa 15 dispersi. Investigatori e prefettura di Agrigento sono adesso in attesa degli esiti delle ispezioni cadaveriche per poter comprendere se le condizioni dei cadaveri e lo stato di putrefazione siano compatibili o meno con i tempi del naufragio.

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Dalle prime testimonianze che la polizia riuscì a raccogliere, sul barchino, colato a picco nel mare in tempesta, viaggiavano 46 migranti, originari di Guinea, Burkina Faso, Mali e Costa d’Avorio, partiti domenica sera da Sfax in Tunisia. Un mare molto mosso con onde alte fino a fino a 2,50 metri ha reso particolarmente complesse le operazioni di soccorso del barchino naufragato a circa 30 miglia a sud est di Lampedusa. Anche un aereo della Guardia Costiera italiana è stato impiegato, su richiesta dell’autorità coordinatrice maltese, per sorvolare l’area del naufragio alla ricerca dei dispersi.

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