L’ex sindaco di Messina, l’ambientalista Renato Accorinti, è stato rinviato a giudizio col dirigente comunale Antonio Amato, e l’ex presidente dell’Amam, l’azienda acquedotti, Leonardo Termini, con l’accusa di inquinamento ambientale. L’inchiesta riguardava nove fiumare cittadine che riversavano in mare liquami fognari. Il Gup ha prosciolto l’ex direttore generale dell’Amam Luigi La Rosa anche lui indagato.
Il sequestro delle foci delle fiumane
Sei anni fa vennero sequestrate le foci di ben nove fiumare cittadine che riversavano in mare la melma proveniente dalle fogne. Oggi davanti al gup Ornella Pastore si è celebrata l’udienza preliminare per i quattro indagati per inquinamento ambientale: l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, il dirigente comunale Antonio Amato, l’ex presidente dell’Amam Leonardo Termini e l’ex direttore generale dell’Amam Luigi La Rosa.
Il rinvio a giudizio del Gup
Il Gup Pastore ha rinviato a giudizio Accorinti, Amato e Termini, mentre ha prosciolto con formula piena La Rosa. Il processo inizierà nel luglio del 2023 davanti al giudice monocratico. Il pm Giovannella Scaminaci aveva chiesto il rinvio a giudizio di tutti e quattro gli imputati. Hanno difeso gli avvocati Carmelo Picciotto, Carmelo Scillia, Antonio Strangi, Giovanna Saja e Fabio Repici.
Cosa sostiene l’accusa avanzata dalla procura
Secondo l’accusa “In concorso tra loro Accorinti in qualità di sindaco del Comune di Messina dal 25 giugno 2013 al 25 giugno 2018; Termini in qualità di presidente dell’Amam, omettendo, ciascuno nella rispettiva qualità e per la propria competenza di porre in essere tutte le condotte necessarie a porre rimedio alle carenze strutturali e di funzionamento della rete fognaria del territorio di Messina – la cui gestione era affidata all’Amam a partire dal 3 agosto 2016, ma in merito alla quale il Comune di Messina aveva l’obbligo di collaborare nonché quello di controllare e vigilare sull’operato del gestore”. Accorinti e Termini dovranno rispondere alle accuse nel processo che inizierà nel luglio 2023.
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