Messina

Smaltiva in maniera illecita il liquido proveniente da un frantoio, denunciato un messinese

Nei giorni scorsi i carabinieri della stazione di Malvagna hanno denunciato,  in stato di libertà , un 43enne presunto responsabile del reato di smaltimento illecito di acque reflue.

I controlli

Secondo quanto ricostruito, nell’ambito di un predisposto servizio di prevenzione e repressione del fenomeno dell’inquinamento ambientale connesso alla molitura delle olive, i carabinieri hanno sorpreso l’uomo mentre sversava abusivamente ed in maniera incontrollata, su un terreno di sua proprietà ubicato in una zona rurale nel comune di Moio Alcantara, diversi metri cubi di acque reflue derivanti dalla molitura delle olive, provenienti dal suo frantoio oleario, contenuti all’interno di un’autocisterna.

Il sequestro dell’autobotte

L’azione illecita è stata prontamente bloccata dai militari dell’Arma che hanno altresì proceduto al sequestro dell’autobotte, contenente il residuo delle acque non ancora sversate, e dell’area utilizzata per l’illecito smaltimento delle acque reflue. Il 43enne è stato denunciato, in stato di libertà, all’Autorità Giudiziaria ed ora dovrà rispondere delle ipotesi di reato a lui addebitati, a seguito dell’illecita condotta.

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Il controllo per la tutela dell’ambiente è una delle priorità delle attività preventive e di contrasto poste in essere dai Carabinieri del Comando Provinciale di Messina, tenuto conto delle gravi conseguenze che gli illeciti nel settore possono provocare al territorio.

L’operazione dell’Agrigentino

Un opificio scaricava – inquinando il corso d’acqua – nel fiume Magazzolo a Cammarata, in provincia di Agrigento. A scoprirlo, denunciando tre persone ed elevando sanzioni per oltre 15 mila euro, sono stati i carabinieri del centro Anticrimine Natura di Agrigento che hanno portato avanti le annuali verifiche sulla campagna olearia.

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Lo scarico direttamente allacciato al fiume

I militari dell’Arma, durante i controlli, hanno rinvenuto uno scarico abusivo di acque di vegetazione attraverso un sistema di collettamento che conduceva direttamente nel letto del fiume Magazzolo. Un’operazione che era stata più volte contestata dagli ambientalisti non solo della zona ma di tutta la Sicilia.

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