Ogni anno ben 11 milioni di passeggeri attraversano lo Stretto di Messina, perdendo almeno 1 ora di tempo tra imbarco e arrivo a Messina o Villa San Giovanni. La situazione peggiora se si viaggia su ferro: il tempo perso è circa 2 ore. L’attraversamento dello Stretto quindi, considerando tempi e costi dei traghetti, è paragonabile a percorrere una distanza tra 100 e 300km in macchina.
Secondo le stime, anche se il progetto monstre del Ponte costerebbe tra i 4 e gli 8 miliardi di euro, “l’investimento ritornerebbe nelle casse dello Stato in un tempo di circa 1 anno. Infatti, secondo uno studio del Gruppo di Lavoro del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, la Sicilia è l’isola che ha il più elevato potenziale di collegamento con la terraferma al mondo, anche superiore a quello di molte isole che già lo posseggono, come la Gran Bretagna (collegata alla Francia tramite l’Eurotunnel)”, lo scrive Will media Ita che sui social ha pubblicato la mappa della percezione reale delle distanze tra Messina e la Calabria.
“Al momento, la Sicilia è pesantemente svantaggiata: il suo isolamento costa 6,5 miliardi di euro all’anno (600-1990 euro a persona). La costruzione porterebbe: Un aumento del Pil complessivo regionale (2018) pari al 6,8% (6,04 mld); Un aumento delle esportazioni internazionali di merci dell’8,1%; Aumento del reddito disponibile delle famiglie (+8,9% in termini reali); Aumento degli occupati del 2,8 % dopo 7 anni”.
A ciò si aggiungono 0,8 milioni di veicoli pesanti l’anno e 1,8 milioni di veicoli leggeri l’anno. Questi alcuni dati elaborati dal Ministero. “Lo sfogo verso la terraferma renderebbe la Sicilia più attraente per gli investimenti, innescando un ulteriore potenziamento delle infrastrutture interne. La visione del documento depositato alla Camera è chiara: Far diventare il Sud il polo logistico dell’UE; Creare posti di lavoro e competenze specializzate; Attivare la filiera locale”.
Il ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini ha promesso che per il progetto di fattibilità “La prima fase potrebbe concludersi entro la primavera del 2022 per avviare un dibattito pubblico e pervenire una scelta condivisa e evidenziare nella legge di bilancio 2023 le risorse. Pronti 500 mln per interventi, completamento entro il 2025″.
Entro giugno 2022 quindi il progetto che dovrebbe puntare sul ponte a più campate. Ma le sorprese potrebbero non mancare. Gli ambientalisti sono pronti a dar battaglia.