La situazione del settore edile a Messina sotto la lente d’ingrandimento della Filca Cisl Sicilia. Secondo il sindacato nella città dello Stretto ci sono segnali di ripresa. Tuttavia, la classica boccata d’ossigeno rappresentata dall’aumento dei lavoratori nel semestre che va dall’ottobre 2020 al marzo 2021 e dall’incremento delle imprese attive, si contrappone a nuove problematiche come l’aumento dei prezzi delle materie prime ed alle preoccupazioni sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Registriamo confortanti segnali di ripresa del settore edile a Messina, che ci fanno ben sperare in un rilancio dell’intero comparto. Dai numeri si evince infatti una boccata d’ossigeno per i lavoratori che, nel semestre ottobre 2020 – marzo 2021, sono aumentati di circa cinquecento unità, passando da 5.308 a 5.830”. Lo dicono, in una nota congiunta, il segretario regionale della Filca Cisl Sicilia, Paolo D’Anca e il segretario provinciale di Messina, Pippo Famiano, nel corso del congresso generale, che si è svolto a Messina.
“Segnali di ripresa – aggiungono – si registrano anche per le imprese attive che da 1.407 sono passate a 1.478 (70 in più), la massa salari è aumentata da 23.650.668 a 27.816.231 (circa 4 milioni) mentre le ore lavorate da 2.214.668 sono passate a 2.576.820 (circa 360 mila in più)”.
“Ma nell’esprimere soddisfazione per questa tendenza, al contempo resta la preoccupazione perché si cominciano a registrare anche nuove criticità, quali l’incremento del prezzo delle materie prime e la carenza di manodopera. L’incremento del cento per cento del prezzo dei materiali da costruzione – proseguono D’Anca e Famiano – sta creando difficoltà alle imprese, che hanno opere già avviate, e questa situazione porterà solo illegalità, in quanto i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro scenderanno ed il lavoro nero aumenterà”.
“Le imprese hanno difficoltà anche nel reperire manodopera, in quanto molti preferiscono percepire il reddito di cittadinanza, anziché lavorare nei cantieri. A tutte queste problematiche si aggiunge anche la mancanza di importanti professionalità, quali ferraioli e carpentieri, dovuta anche al ricambio generazionale”.
“Ribadiamo con forza – concludono D’Anca e Famiano – anche la necessità di personale competente per la progettazione anche per le piccole opere perché altrimenti il rischio è che si perdano i finanziamenti. Molti infatti sono gli uffici tecnici carenti di personale e sprovvisti di figure competenti per la realizzazione di progetti. Parecchi sono inoltre i tecnici che hanno un incarico in più Comuni e si occupano solo dell’ordinaria amministrazione, trascurando la progettazione di opere straordinarie che possono essere risorse per il nostro territorio”.