Il ciclo di fatturazioni false si sarebbe chiuso con il Genovese che, a sua volta, avrebbe ridotto il proprio reddito da portare in dichiarazione utilizzando altre fatture non veritiere per prestazioni di servizi, soprattutto per attività di disbrigo pratiche d’ufficio e gestione contabile, emesse a loro volta dalla Caleservice s.r.l. di Messina, società di cui il
medesimo soggetto deteneva il 99% delle quote sociali. Quest’ultima società, inoltre, presentava bilanci costantemente in perdita e, pertanto, non si trovava mai in una posizione debitoria nei confronti del Fisco. Le perdite erano dovute sia al pagamento di cospicui interessi su mutui accesi per l’acquisto di immobili, che pur risultando
formalmente intestati alla società medesima, erano di fatto riconducibili al patrimonio immobiliare dell’avvocato Genovese, che al sostenimento di altri costi, ritenuti dagli investigatori non attinenti la gestione societaria, ma relativi ad esigenze di natura personale del citato socio di maggioranza, principalmente, viaggi e spese di ristorazione.
Un altro filone delle indagini ha riguardato la mancata inclusione nelle dichiarazioni dei redditi del professionista degli interessi maturati sulle cospicue somme detenute in Svizzera. In merito a queste somme, già oggetto di contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, il lavoro degli investigatori si è concentrato sulla determinazione degli interessi maturati sulle stesse, nel corso degli anni dal 2008 al 2014. Il danno per l’Erario, determinato dalle condotte dell’Avv. Genovese ammonterebbe ad oltre due milioni di euro.
Il provvedimento di sequestro del G.I.P. Marino è stato disposto nei confronti delle due predette compagnie di navigazione, che avrebbero utilizzato le false fatture emesse dal professionista per un importo pari all’indebito risparmio d’imposta ed i cui rappresentanti pro-tempore sono indagati dalla Procura della Repubblica di Messina per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture false.
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