I carabinieri e la capitaneria di porto di Messina hanno eseguito il sequestro preventivo di un’area demaniale marittima, a Maregrosso, di circa 1.400 mq e di alcuni manufatti abusivi.

Notificati 11 avvisi di conclusione delle indagini preliminari ad esponenti della precedente amministrazione comunale e a dirigenti amministrativi ai quali sono contestati, a vario titolo, i reati di rifiuto e omissione di atti d’ufficio, l’attività di gestione di rifiuti non autorizzata, l’abusiva occupazione di spazio demaniale, la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. L’area di Maregrosso, nella città dello Stretto, sarebbe stata ridotta a una discarica a cielo aperto di materiale inerte e gli indagati non avrebbero utilizzato i fondi relativi a due finanziamenti, per un totale di 400 mila euro, concessi dalla Regione Siciliana e ottenuti per la demolizione a seguito di violazioni edilizie sul demanio pubblico.

In entrambi i casi alcuni indagati avrebbero rifiutato di procedere all’utilizzo immediato dei finanziamenti concessi per ragioni di igiene e sanità, causando la perdita delle somme residue di 115 mila euro del primo finanziamento e 117 mila euro del secondo. Insieme agli amministratori e funzionari pubblici, è stato coinvolto nell’indagine il titolare di una ditta di smaltimento rifiuti sita nell’area di Maregrosso.

A quest’ultimo viene contestata l’occupazione abusiva di 1.400 mq e l’aver continuato a esercitare l’attività di scarico dei rifiuti.

(Ansa)