Lettere anonime con richiesta di ‘pizzo’ sulla pensione in cui non mancavano le minacce. Missive che hanno preoccupato non poco un ottantacinquenne di Falcone, in provincia di Messina, ed i suoi familiari che si sono rivolti ai carabinieri segnalando il caso.
Ad inviarle sarebbe stato il badante dell’anziano finito agli arresti domiciliari per tentata estorsione aggravata, furto aggravato ed illecito utilizzo di carta bancomat.
Per risalire all’uomo, il 46enne Filippo Munnia, i militari hanno chiesto la collaborazione del nonnino che ha risposto ad una lettera in cui si chiedevano 200 euro delle pensione.
L’anziano ha fotocopiato le banconote e le ha chiuse in una busta lasciandola all’interno della propria cassetta della posta, luogo indicato nella lettera. Nella zona però i carabinieri hanno piazzato le telecamere filmando le fasi del ‘ritiro’.
In casa dell’arrestato i militari hanno scoperto la documentazione relativa a dei prelievi bancomat per quasi 2000 euro che sarebbero stati eseguiti con la carta che l’uomo, in passato, avrebbe sottratto all’anziano.
Per la risoluzione del caso, decisivo è stato il sostegno della FAI – Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiana e in particolare dell’A.C.I.O. (Associazione commercianti e imprenditori orlandini) di Capo d’Orlando a cui si è rivolta la famiglia dell’anziano.
L’associazione fornirà anche assistenza legale nel corso del processo che seguirà.