La “base operativa” dell’organizzazione era costituita da un bar di proprietà, luogo ritenuto sicuro per lo svolgimento di affari illeciti, riunioni e rapporti riservati tra l’indagato e soggetti pregiudicati per reati associativi di stampo mafioso ed in materia di stupefacenti (quali i fratelli Alfredo e Salvatore TROVATO e Giovanni ASPRI, fratello di Benedetto – detenuto), tutti soggetti posti al vertice o comunque riconducibili storicamente al gruppo mafioso operante nel quartiere MANGIALUPI.
Tali incontri e rapporti sono stati ampiamente documentati dagli uomini delle Fiamme Gialle attraverso complesse attività di intercettazione e di osservazione. In particolare, attraverso minuziose attività investigative è stato ricostruito il metodo mafioso posto in essere dagli indagati nella gestione di controversie di varia natura e dei proventi illeciti, nonché le violente modalità con cui gli associati operavano il capillare controllo del territorio per la gestione delle attività economiche di pertinenza, territorio sottoposto ad un incondizionato “dominio” (da qui il nome dell’operazione).
Significativi sono risultati alcuni episodi: in un caso è stato appurato come, una volta acquisito il controllo delle zone di influenza mediante l’installazione di videoslot in svariati locali della città e della provincia, il gruppo si sia preoccupato di garantire che nessuno interferisse con le attività di gioco e scommesse. Più in dettaglio, presso alcuni esercizi commerciali ove erano installati propri apparecchi, ignoti si erano introdotti nei locali al fine di scassinare le macchine ed impossessarsi del denaro al loro interno.
L’attività investigativa ha consentito di accertare come Domenico LA VALLE, unitamente a Alfredo e Salvatore TROVATO, con la complicità di Francesco LAGANÀ, Antonino SCIMONE e Paolo DE DOMENICO, facendo leva sulla forza intimidatrice promanante dal vincolo associativo e sulla conseguente condizione di assoggettamento, fosse riuscito agevolmente ad individuare gli autori materiali dei delitti e a farsi restituire, in breve tempo, i proventi dei furti; § in un secondo caso la violenza e la caratura criminale degli indagati, nonché la loro volontà di ribadire la propria egemonia nel settore del gioco d’azzardo rafforzando il “prestigio” dell’organizzazione, si sono manifestati in occasione di un brutale pestaggio posto in essere ai danni di un cittadino extracomunitario, reo solo di avere conseguito una consistente vincita giocando con le macchinette riconducibili al clan che, in conseguenza di ciò, stava perdendo del denaro, in un terzo caso è stata registrata una conversazione tra Domenico LA VALLE, Alfredo TROVATO e Giovanni ASPRI nel corso della quale i primi due, al fine di vendicare un torto subito dall’ASPRI, lo invitavano più volte, in modo perentorio a punire l’umiliazione ricevuta, gambizzando il soggetto che si era macchiato di tale affronto.
Anche soggetti estranei alla compagine criminale, persone comuni, che però evidentemente conoscevano la caratura ed il peso del LA VALLE e dei suoi sodali, si sono affidati a lui per ottenere in qualche modo “giustizia”.
E’ il caso di una persona che aveva subito il furto del proprio cane da caccia di valore e aveva richiesto l’intervento in “soccorso” di Domenico LA VALLE e di Alfredo TROVATO, grazie ai quali è poi effettivamente riuscito non solo a rientrare in possesso dell’animale, ma anche ricevere le scuse dall’autore del furto.
Nel corso delle investigazioni sono stati accertati anche numerosi casi di furto, di illecita detenzione di armi, nonché plurime cessioni di sostanze stupefacenti e reiterate violazioni della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, attraverso la cui ricostruzione si è pervenuti all’arresto anche di Alberto ALLERUZZO, Francesco ALLERUZZO, Angelo ASPRI, Giovanni ASPRI, Carmelo BOMBACI, Nunzio CORRIDORE, Santo CORRIDORE, Francesco CRUPI, Domenico GALTIERI, Giuseppe GIUNTA, Daniele MAZZA, Francesco RUSSO, Gaetano RUSSO e Mario SCHEPISI.
A seguito dell’accurata ricostruzione patrimoniale degli interessi imprenditoriali del LA VALLE, contestualmente all’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare, sono stati apposti i sigilli a tre società operanti nel settore del noleggio di centinaia di apparecchiature da gioco e scommesse, a diciotto immobili, tra cui una lussuosa villa con piscina ubicata nella zona tirrenica ed un prestigioso appartamento con attico a Messina, a una rivendita di generi di monopolio e ad un’imbarcazione tipo gommone, per un valore complessivo di dieci milioni di euro.
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