A 10 anni dalla tragedia di Giampilieri e Scaletta Zanclea sono state ricordati ieri i momenti che hanno segnato la storia della provincia di Messina provocando 37 morti e ingenti danni alle abitazioni e al territorio. Il primo ottobre 2009 una violenta bomba d’acqua ha colpito il messinese, in particolare Giampilieri, Scaletta Zanclèa e Itàla. A distanza di un decennio, per le opere di messa in sicurezza del territorio, sono stati stanziati e spesi finora circa 170 milioni di euro destinati ad interventi sia sul territorio di Giampilieri che sull’area circostante. A Messina intanto si continua a vivere da un secolo in una delle baraccopoli più vaste d’Europa.
A Scaletta nella giornata di ieri si è svolta una cerimonia commemorativa a cui ha partecipato, tra gli altri, anche il presidente della Regione Siciliana Musumeci. Il governatore ha ricordato i tragici momenti trascorsi dalla popolazione nel corso dell’alluvione che ha colpito la riviera Sud di Messina. Un pensiero particolare è stato rivolto alle vittime.
Come detto la maggior parte delle risorse stanziate per il ripristino della normalità e per la messa in sicurezza sono già state spese dal Dipartimento regionale della Protezione Civile Sicilia che ha operato grazie all’ordinanza del Presidente del Consiglio, oltre alle risorse per il risarcimento danni la cui competenza attiene al Sindaco di Messina. “Abbiamo agito con scrupolo e massimo impegno – ha detto Calogero Foti, responsabile del Drpc Sicilia – per restituire nel minor tempo possibile condizioni di sicurezza ai luoghi colpiti dal disastro e un ritorno alla normalità alla popolazione. Non possiamo restituire la vita alle vittime ma abbiamo coscienza di aver operato al meglio tutto ciò che rientrava nelle nostre competenze. Ad oggi le opere previste nelle ordinanze sono quasi tutte completate”.
I 10 anni dell’alluvione di Messina diventano anche un’occasione di confronto politico tra le istituzioni. Il capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima Alessandro Aricò ha annunciato ieri di aver presentato un disegno di legge per rendere obbligatoria nei comuni siciliani della figura del “Disaster Manager, un esperto scelto all’interno degli uffici comunali per occuparsi non solo di prevenzione ma pure di gestire e fornire risposte alle emergenze naturali o causate dall’uomo. “La conseguenza pratica – sottolinea Aricò-, determinante per un territorio come la Sicilia esposto a drammatiche sciagure naturali, sarebbe quella di creare un tessuto di professionalità interne ai Comuni e in grado di interagire con il dipartimento di Protezione Civile Regionale. Al dipartimento della Formazione, attraverso il Fondo Sociale europeo e quindi senza alcun ulteriore onere per la Regione, spetterebbe il compito di formare queste nuove figure”.
La sciagura di Giampilieri è stata al centro del dibattito anche alla Camera. Ieri durante la seduta alla Camera dei Deputati, Matilde Siracusano, del gruppo parlamentare di Forza Italia, ha chiesto di intervenire per ricordare, nel decimo triste anniversario, le trentasette vittime dell’alluvione di Giampilieri e Scaletta Zanclea a Messina. “Una tragedia che non possiamo più permettere che accada. Non dobbiamo più intervenire il giorno dopo ma agire prima, mettendo in sicurezza i territori a rischio dissesto idrogeologico. In Sicilia e nel Paese è tempo di dire basta alla conta dei danni ogni autunno”. La Siracusano ha ricordato, inoltre, un’altra emergenza ancora irrisolta a Messina, quella della Baraccopoli più grande d’Europa, una vasta e degradata area in cui vivono 2.100 famiglie e 6.400 persone. “Che lo Stato si occupi immediatamente della sicurezza delle persone che la popolano, già oggi è troppo tardi”, ha detto.
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