No alle misure che penalizzano i marittimi. E’ sotto questo scenario che è stata indetta per venerdì 20 dicembre la nuova protesta promossa dal movimento Rifondazione Marittima a Messina. Non si placano gli animi dei marittimi: in occasione dell’inaugurazione della nuova nave Pietro Mondello, Vincenzo Giacomarro (fondatore del movimento) ha voluto riunire i lavoratori affinché si sollevi la voce contro le misure adottate dalla società Caronte&Tourist.
La nota di Rifondazione Marittima
Negli ultimi anni, i marittimi si sono trovati a fronteggiare condizioni sempre più difficili, ragion per cui Rifondazione Marittima si è unito al grido di protesta: “Vincenzo Giacomarro ha espresso più volte la propria contrarietà in quanto le misure adottate dalla società penalizzano i marittimi che sono costretti a rimanere a bordo due mesi. Tale meccanismo che impone ai marittimi di smaltire i riposi compensativi dopo lo sbarco, restringe la forza lavoro degli stessi abituati ad avere una licenza che permetteva il riposo psicofisico – si legge nella nota – siamo contrari alle misure prese anche in passato che penalizzano ormai da troppo tempo i nostri colleghi, per tanto scenderemo in protesta davanti la nave Pietro Mondello nel giorno dell’inaugurazione il 20 dicembre a Messina”.
Poi l’invito ai sindacati: “Speriamo che i sindacati prendano esempio da questa iniziativa creata da noi e che mandino i loro iscritti a protestare con noi senza bandiere sindacali – si legge – non è il momento di fare propaganda politica e sindacale, è il momento di dare voce solo ai marittimi”.
Altro sciopero indetto per l’8 gennaio 2025
Non si sciolgono i dubbi sul futuro dei lavoratori di Caronte&Tourist, proclamato lo sciopero per l’8 gennaio 2025. “Si è svolto l’incontro in Prefettura con C&T Isole Minori per le procedure di raffreddamento – ha dichiarato a margine dell’incontro Antonella Di Maio, coordinatrice regionale Sicilia UGL Mare e Porti – l’incontro è arrivato ad un punto cruciale, il tavolo si è concluso con esito negativo”. Rimangono ancora aperte le questioni che affliggono i marittimi. Alcuni giorni fa, il tavolo tecnico non ha raggiunto l’accordo ragion per cui, è stato confermato lo sciopero di ventiquattro ore indetto per l’8 gennaio 2025.
La posizione di UGL
“Siamo tuttavia vicini all’azienda marittima poiché comprendiamo le difficoltà economiche che sono state notificate al tavolo in Prefettura – continua Antonella Di Maio – difficoltà dovute alla convenzione nazionale che non si è evoluta a livello economico con il carovita e ciò ha determinato una profonda crisi economica aziendale – sottolinea – la società avverte il peso di una economia che rincara nelle tasche dell’azienda e questo poi si riversa sempre sui lavoratori – conclude – UGl però non farà un passo indietro rispetto alle sue posizioni, a repentaglio ci sono famiglie, i lavoratori e tutto questo sta determinando una crisi occupazionale”.
Negli ultimi anni, il settore marittimo ha vissuto una profonda trasformazione organizzativa, ma questa riforma ha avuto un impatto negativo su una categoria di lavoratori: i non stabilizzati. Dopo 15 anni di servizio, molti dipendenti si trovano ancora con contratti a termine (determinati) vivendo quindi nell’incertezza.
“In aziende come quelle marittime ci sono persone che da 15 anni possiedono il contratto a tempo determinato – dice Di Maio – la riforma dell’organizzazione del lavoro da parte dell’azienda sta colpendo le categorie dei non stabilizzati. Noi come organizzazione sindacale non possiamo far finta di niente”.
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