Il governo ha incrementato lo stanziamento per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, portandolo a 13,5 miliardi di euro. L’aumento di 1,5 miliardi deriva da una rimodulazione dei fondi statali, con una riduzione delle risorse provenienti dal bilancio statale e un corrispondente aumento dell’utilizzo dei Fondi di Coesione destinati alle amministrazioni centrali. Inizialmente, lo stanziamento di 12 miliardi prevedeva 9,312 miliardi dal bilancio statale, 718 milioni dai Fondi di Coesione per le amministrazioni centrali e 1,6 miliardi dai Fondi di Coesione di Sicilia e Calabria. La nuova ripartizione prevede 6,962 miliardi dal bilancio statale e 4,6 miliardi dai Fondi di Coesione per le amministrazioni centrali, mentre le altre voci rimangono invariate. L’aumento servirà a finanziare gli accordi con gli affidatari dei lavori fino al 2032.
L’iter del progetto prosegue con la valutazione di incidenza ambientale (VIncA), che analizzerà l’impatto dell’opera sulla rete Natura 2000. Successivamente, si procederà al progetto esecutivo, per il quale sarà necessaria la convocazione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPESS). Il tema ambientale è stato al centro di un dibattito parlamentare tra il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e il deputato Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS). Il Ministro ha difeso l’indipendenza della commissione VIA e ha sottolineato la profondità delle analisi svolte, evidenziando le 62 condizioni ambientali poste per il parere positivo di compatibilità ambientale e il parere negativo espresso per le Zone di Protezione Speciale (ZPS) e le Zone Speciali di Conservazione (ZSC).
L’aumento dello stanziamento ha suscitato reazioni critiche da parte dell’opposizione. Il senatore Pietro Lorefice del Movimento 5 Stelle (M5S) ha definito l’opera “faraonica e inutile” e ha criticato l’utilizzo dei Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC), destinati alle infrastrutture del Sud, per finanziare il Ponte. «Le notti non portano mai consiglio al Governo Meloni e alla maggioranza, men che mai durante l’esame della Legge di bilancio. E così, alla fine di un avvilente giostra di riscritture, cancellazioni e riformulazioni, alla fine è stato approvato un emendamento della Lega che regala all’inutilmente faraonico Ponte sullo Stretto di Messina la bellezza di altri 1,5 miliardi di euro. Il Governo che dice agli italiani, con il ditino alzato, che devono stringere la cinghia e che la coperta è corta, ha infatti aumentato da 11,6 a 13,1 miliardi lo stanziamento pluriennale per l’opera-vetrina del ministro Salvini e del festante codazzo di centrodestra. Ma la cosa più grave è che di questi 13,1 miliardi, ben 6,1 vengono recuperati depredando per l’ennesima volta il Fsc, Fondo di sviluppo e coesione, che in realtà dovrebbe essere usato per le infrastrutture davvero urgenti per il Sud. Non è più tollerabile che il Fondo venga usato come un bancomat qualunque. Ricordiamo infatti che altre risorse erano state drenate dall’ex ‘superministrò Fitto per tappare i buchi da lui stesso aperti nel Pnrr, con un taglio di interventi che ha fatto solo male a Paese, costretto dopo due anni a constatare uno stato di avanzamento della spesa del Piano non superiore al 30%».