Si è conclusa la fase di partecipazione dei cittadini alle procedure espropriative per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. La società Stretto di Messina S.p.A., incaricata della costruzione dell’opera, ha pubblicato oggi l’avviso di chiusura di tale fase, a seguito dell’aggiornamento di piani particellari ed elenchi delle ditte interessate dagli espropri.

Ottimizzazione delle procedure espropriative

Grazie al contributo fornito dai cittadini tramite la presentazione di osservazioni e l’ottenimento di informazioni presso gli appositi sportelli informativi allestiti a Messina e Villa San Giovanni, Stretto di Messina ha potuto razionalizzare alcuni progetti, ottimizzando le procedure espropriative. In particolare, è stata rivista la pianificazione dei cantieri, con una conseguente riduzione degli asservimenti e delle occupazioni temporanee. Le principali modifiche hanno riguardato la diminuzione delle fasce di rispetto attorno alle aree di cantiere. Tutto ciò si è tradotto in una significativa riduzione del numero di soggetti che saranno coinvolti nelle procedure espropriative.

Pubblicazione dei piani aggiornati e prossimi passi

I piani particellari aggiornati e gli elenchi ditte sono stati ripubblicati sui siti web delle Regioni Sicilia e Calabria, oltre che sul sito della società Stretto di Messina. L’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e la dichiarazione di pubblica utilità avverranno solo in seguito all’approvazione definitiva del progetto da parte del CIPESS. Gli espropri veri e propri prenderanno il via successivamente, con gradualità e in base allo sviluppo dei lavori di costruzione del Ponte. Si tratta di un’opera strategica che garantirà un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, con effetti positivi sui trasporti e sullo sviluppo economico del Meridione e dell’intero Paese.

La Cgil: “Rischia di essere una cattedrale nel deserto”

Sul Ponte sullo stretto di Messina “occorre accendere un faro, perché rischiamo di costruire una cattedrale nel deserto”: lo ha detto Michele Azzola, coordinatore dell’area politiche industriali della Cgil nazionale, in audizione davanti alla commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame del decreto legge Infrastrutture. Secondo Azzola il provvedimento, in tema di ponte sullo Stretto, introduce “una procedura assai anomala, che scardina il meccanismo che prevedeva la presentazione del progetto esecutivo entro il 31 luglio”, introducendo progetti esecutivi “anche per fasi costruttive successive”.