Antonino Speziale resta in carcere fino a dicembre dopo che i legali avevano chiesto la sua scarcerazione al Tribunale di Sorveglianza di Messina. Speziale, responsabile dell’omicidio del poliziotto Filippo Raciti, sta per finire di scontare la pena e, a parte le gravi patologie di cui oggi risulta affetto da obesità. Ha un fine pena definitivo che scade esattamente tra 2 mesi.
Nonostante una consulenza medico-legale e le relazioni sanitarie del Carcere di Messina, il Tribunale, con ordinanza depositata ieri, ha rinviato la decisione disponendo ulteriori accertamenti. Un mese fa lo stesso Tribunale di Sorveglianza aveva rinviato la decisione. “Provo profonda amarezza – dice il legale difensore di Speziale, Giuseppe Lipera -. Speziale verrà comunque scarcerato perché avrà espiato interamente la sua pena (di cui si protesta innocente) e non capisco perché gli venga negata la detenzione domiciliare visto il poco tempo che rimane, non considerando che oggi l’uomo, non più ragazzo, versa in stato di salute precario”.
Nei giorni scorsi si era tenuta, davanti al Tribunale di Sorveglianza di Messina, l’udienza riguardante la chiesta detenzione domiciliare, anche per motivi di salute, avanzata dall’avvocato Giuseppe Lipera nell’interesse di Antonino Speziale, il cui fine pena è previsto per il 15 dicembre 2020, che allo stato si trova detenuto presso la Casa Circondariale “Gazzi” di Messina.
Una consulenza medico-legale avrebbe rilevato il “serio stato di salute del detenuto dovuto al sopravvenuto stato di grave obesità che gli provoca preoccupanti apnee notturne”. Il procuratore generale aveva chiesto il rigetto.
Speziale è stato condannato a 8 anni di reclusione per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, ferito mortalmente il 2 febbraio del 2007 allo stadio Massimino durante il derby Catania-Palermo. Ha già scontato la maggior parte della pena ed entro il 2020 sarà di nuovo un uomo libero. Speziale deve scontare gli ultimi 2 mesi in carcere. Per questo i legali continuano a chiedere ai giudici l’uscita anticipata e la trasformazione della pena in una più lieve.
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