L’Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ha pubblicato sul sito istituzionale della Regione Siciliana l’avviso di procedura di nomina dei Direttori dei Parchi Archeologici di Tindari, Segesta e Lilibeo ai sensi della normativa vigente contemplando nello specifico il vincolo dettato dalla Legge Regionale 3 novembre 2020, n 20 che, come è noto, testualmente recita: “L’incarico di direttore del Parco è conferito, a tempo determinato, dall’Assessore regionale per i beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione ad un dirigente tecnico in servizio presso l’Assessorato regionale dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione”.
“Se questa norma – dichiarano i Segretari Generali del Cobas/Codir Marcello Minio e Dario Matranga insieme al responsabile della dirigenza, Fabrizio Masi – sulla procedura di nomina dei Direttori dei Parchi Archeologici tutta interna alla dirigenza dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, aveva, forse, una sua ratio venti anni fa, in linea con l’organizzazione e con la dotazione organica dirigenziale dell’Amministrazione Regionale passata, adesso appare come una sorta di “corporativismo” assolutamente da cancellare.”
“Un articolo di legge anacronistico quindi – continuano Minio, Masi e Matranga – che parla di un ruolo tecnico che non esiste più e superato dal coordinamento di norme successive di natura contrattuale e dalla stessa figura dirigenziale del ruolo unico regionale istituito con la legge regionale n.10 del 2000. Ciò, fra l’altro, cozza con una diversa visione futura dell’Amministrazione Regionale che impedisca a un qualsiasi governo di turno di coltivare consensi dietro nomine di parte, bypassando la normativa vigente.”
“L’Assessore Regionale, unitamente al Presidente della Regione, – concludono dirigenti sindacali del Cobas/Codir Marcello Minio, Fabrizio Masi e Dario Matranga – si facciano parte attiva affinché anche queste nomine dirigenziali vengano sancite secondo criteri che consentano di rilanciare i beni culturali, in particolare il settore archeologico, tutt’oggi non pienamente valorizzato, verso una nuova stagione di crescita, non soltanto in termini di profitto ma, anche, in termini di educazione permanente per le future generazioni.”