Non ce l’ha fatta Giovanni Arigò, l’uomo di 42 anni rimasto vittima di un drammatico incidente sul lavoro lo scorso 5 luglio nella fabbrica di fuochi d’artificio di famiglia sita nel Villaggio Santo a Messina. Dopo giorni di agonia, Arigò è deceduto all’ospedale Villa Scassi di Genova dove era stato trasferito con un volo militare dalla Sicilia per essere curato nel centro grandi ustionati.

Troppo gravi le lesioni riportate nell’esplosione, con ustioni su oltre il 90% del corpo e traumi alla colonna vertebrale e alle gambe. Un dolore straziante che ha tenuto in ansia tutta la comunità messinese, scossa da questa immane tragedia.

La dinamica

Arigò stava lavorando in uno dei laboratori della fabbrica di famiglia quando, per cause ancora da accertare, si è verificata una violenta esplosione. Le fiamme lo hanno avvolto e travolto, provocandogli ferite devastanti. Ad accorrere per primi sono stati la madre Giuseppa Costa e la sorella Cristina, anch’esse rimaste ustionate nel tentativo disperato di soccorrere Giovanni. Entrambe sono attualmente ricoverate al Policlinico di Messina, ma le loro condizioni non destano preoccupazioni.

La corsa disperata verso l’ospedale

I soccorsi sono stati immediati, ma fin da subito le condizioni di Arigò sono apparse disperate. Dopo il ricovero d’urgenza al Policlinico, è stato organizzato il trasferimento a Genova tramite un volo militare decollato da Catania. Una corsa contro il tempo per assicurare le migliori cure possibili al ferito, che purtroppo non è bastata a salvargli la vita.

Il cordoglio della città

La notizia della morte di Giovanni Arigò ha gettato nello sconforto l’intera città di Messina. Tanti i messaggi di cordoglio giunti alla famiglia, tra cui quello commosso del sindaco che ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali, ancora da fissare. Come segno di vicinanza, è stato deciso che la tradizionale Vara di quest’anno verrà dedicata e intitolata ad Arigò, ennesima vittima di un lavoro troppo spesso mortale. Una scelta fortemente simbolica per mantenerne vivo il ricordo e sensibilizzare ancora sul tema della sicurezza sul lavoro, affinché nessun altro subisca la stessa tremenda sorte. La procura di Messina ha aperto un’inchiesta.

La senatrice di Italia Viva Dafne Musolino ha detto: “Arigò era innamorato della sua città e della Vara, la manifestazione per la quale Giovanni e la sua famiglia preparavano i fuochi d’artificio che tutti apprezzavano. Il pensiero va alla sua famiglia, a sua madre ed alla sorella ancora ricoverate che per tentare di sottrarre Giovanni alle fiamme sono rimaste gravemente ustionate. A loro il mio cordoglio e la mia vicinanza. Apprendo che la Vara di Messina sarà quest’anno intitolata a Giovanni Arigò, apprezzabile gesto dovuto per ricordarne l’impegno e la professionalità”.