Per la morte di Giuliana Faraci, la donna di 40 anni morta in casa mentre stava dormendo nella notte tra domenica e lunedì dopo essersi sentita male, sono indagati dalla procura un medico e un infermiere. Un provvedimento necessario perché i due sanitari dovevano nominare un consulente tecnico visto che si doveva eseguire l’autopsia. Esame sul corpo della donna originaria di Alcara Li Fusi e residente a Sant’Agata di Militello, che è stato eseguito e che non avrebbe dato risposte attese dalla famiglia. L’infermiere l’avrebbe chiamato la donna mentre il medico del pronto soccorso non l’avrebbe voluta ricoverare. I due sono indagati per omicidio colposo.

L’avvocato, “Autopsia non ha sciolto i dubbi”

“L’autopsia in questa fase non ha sciolto tutti i dubbi sulla morte della donna – dice l’avvocato della famiglia di Giuliana Faraci, Salvatore Mancuso che ha nominato un consulente di parte – Non ci sono emorragie, non c’è stato un aneurisma, non c’è stato un infarto intestinale non c’è sversamento di sangue. C’è stato un arrestato cardiaco provocato probabilmente da una intossicazione. Bisogna accertare le cause dell’intossicazione. Per questo bisognerà attendere l’esame sul cuore e gli esami tossicologici che saranno eseguiti sui campioni prelevati”.

La donna venerdì aveva cenato con alcune amiche a Capo d’Orlando e aveva mangiato un piatto di linguine all’astice e una frittura mista di pesce. Gli inquirenti stanno indagando sull’assistenza sanitaria prestata alla donna.

Le ultime ore

Gli inquirenti stanno ricostruendo tutte le fasi dell’assistenza alla donna da parte del 118. Da quanto messo nero su bianco nella denuncia dei familiari della donna, quest’ultima avrebbe infatti chiesto ai sanitari di essere portata in ospedale. Richiesta ripetuta anche dalla madre che la assisteva. Questa la novità trapelata nelle ultime ore mentre il pm Andrea Apollonio, coordinato dal procuratore capo Angelo Cavallo, continua gli accertamenti. Oggi sarà conferito l’incarico per l’autopsia. A eseguirla il medico legale Daniela Sapienza, consulente di parte per la famiglia il dottor Nino Bondì. La salma è attualmente sotto sequestro all’ospedale di Patti.

La cena

La donna venerdì aveva cenato con alcune amiche a Capo d’Orlando e aveva mangiato un piatto di linguine all’astice e una frittura mista di pesce. Gli inquirenti stanno indagando sull’assistenza sanitaria prestata alla donna.

Poi il malore una volta rientrata a casa, con febbre, diarrea e vomito. L’unica del gruppo ad accusare tali sintomi. Quindi l’arrivo del 118 e la prima assistenza dei sanitari con una flebo e un elettrocardiogramma che avrebbe escluso cause cardiologiche. In quella circostanza la donna avrebbe chiesto di essere portata in ospedale. La mattina successiva il decesso, scoperto dalla madre. Il legale della famiglia ha già escluso consumo di sushi o altre tipologie di pesce crudo da parte della donna. Quella sera, la 40enne, come rivelato dai familiari e dalle amiche, ha mangiato linguine all’astice e fritto misto, così come le altre.

L’intervento del 118

Le indagini, dunque, inevitabilmente, hanno i fari puntati anche sull’intervento del 118. I sanitari, secondo quanto ricostruito dalle loro dichiarazioni, riportata su Nebrodinews, sarebbero arrivati a casa di Giuliana, a Sant’Agata di Militello (dove viveva da sola, ma in questo caso era assistita dalla madre) intorno alle 17, l’hanno visitata, con degli esami diagnostici e dei parametri vitali assolutamente nella norma. Alla quarantenne è stata poi somministrata anche una flebo, con la paziente che si sarebbe sentita meglio, con i sanitari che avrebbero ovviamente invitato la paziente a richiamare in caso di bisogno. Purtroppo, non ce n’è stato il tempo.