La leggerezza nel lasciare le chiavi sul cruscotto, la “destrezza” del malvivente nell’accorgersi di tutto in una frazione di secondo. Ci sono entrambi gli ingredienti in questo episodio accaduto a Messina dove si è consumato il furto di un motorino. La polizia, però, ha chiuso il cerchio in pochissimo tempo grazie anche alla grande esperienza degli agenti. Dapprima è stato perlustrato il territorio, individuato il veicolo posteggiato nei cui pressi si aggirava un pregiudicato per reati specifici. Intuendo che potesse essere stato lui a commettere il furto si sono avvicinati e hanno scoperto che era in possesso delle chiavi del motorino. Lieto fine per il proprietario del mezzo che si è visto riconsegnare l’oggetto rubato. Per l’autore del furto invece nuovi guai con la denuncia per ricettazione.
Immediate verifiche dopo l’allarme
Un attimo di distrazione è stato sufficiente perché gli venisse rubato lo scooter appena parcheggiato con le chiavi inserite nel cruscotto. La vittima del furto ha subito lanciato l’allarme. I poliziotti delle volanti, impegnati nel controllo del territorio, informati dalla sala operativa del furto appena messo a segno, hanno velocemente individuato il mezzo e proceduto a riconsegnarglielo.
L’autore del furto vicino al motorino rubato
In quell’occasione, gli operatori hanno notato, inoltre, la presenza di un soggetto noto alle forze dell’ordine, con precedenti di polizia specifici, nei pressi dell’area dove il mezzo rubato era stato recuperato. Sottoposto a verifica, il soggetto ha consegnato le chiavi del motociclo ed è stato pertanto denunciato all’autorità giudiziaria per il reato di ricettazione.
Nel marzo scorso sgominata baby gang
La polizia nel messinese nel marzo scorso ha sgominato una baby gang che era dedita anche ai furti. Ad essere segnalati al tribunale sette minorenni tunisini non accompagnati e ospiti, all’epoca dei reati, di un centro di accoglienza cittadino. Nel corso delle indagini sono stati ricostruiti due episodi con protagonisti i sette stranieri. Due le rapine, una tentata, l’altra consumata, ai danni di altri ospiti della struttura socio educativa e di aggressione nei confronti di chi, all’interno della stessa struttura, voleva denunciare i minorenni.
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