Macabro e inquietante ritrovamento sulle alture di Barcellona Pozzo di Gotto, in una delle vallate di contrada Praga, da tempo balzata agli onori delle cronache quale cimitero di mafia.
Come si legge sulla Gazzetta del Sud, tra la vegetazione sono stati ritrovati dei resti umani, e nella fattispecie un teschio ed alcune ossa.
Il teschio è stato ritrovato nelle scorse settimane – ma la notizia è trapelata soltanto adesso – durante dei lavori di movimentazione eseguiti dal proprietario di uno dei terreni della zona.
Il teschio riemerso dal terreno è stato sequestrato dai carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto e del Nucleo operativo.
Bisognerà adesso capire se è riconducibile ad una delle diverse vittime eliminate con il sistema della lupara bianca.
Il teschio sarebbe molto deteriorato, motivo per cui gli accertamenti scientifici stanno continuando con le tecniche più evolute. I carabinieri del Ris di Messina stanno effettuando le loro indagini su ordine della Procura della Repubblica diretta dal procuratore Emanuele Crescenti. Si sta cercando di estrapolare il Dna da comparare con quello dei parenti delle persone scomparse nella zona dagli anni Ottanta.
Il 15 marzo scorso, un teschio umano è stato trovato a Catania dai carabinieri in un’area verde al confine tra la via Teseo e la Strada Statale 114, in corrispondenza della rotatoria che consente di dirigersi verso l’ospedale Cannizzaro oppure in direzione di Aci Castello.
Ad avvertire i militari dell’Arma è stato un cittadino con una telefonata. I carabinieri sono intervenuti insieme con personale specializzato della sezione investigazioni scientifiche del reparto operativo del comando provinciale. A un primo esame il teschio sembrerebbe di una persona di giovane età. Si presenta privo di lesioni ossee di natura traumatica. Hanno dato esito negativo ricerche nella zona circostante di altri resti umani.
Anche in questo caso, la teca cranica è stata inviata alla sezione di biologia del Ris dei carabinieri di Messina per l’ estrapolazione del Dna e per l’inserimento del profilo genotipico acquisito nella banca dati scomparsi, nel tentativo di dare una identità al resto umano ritrovato.
Tra le montagne di Roccamena, nel Palermitano, gli ultimi segreti della mafia. Nell’ottobre del 2016, erano stati trovati dei resti umani in una caverna in contrada Casalotto nel piccolo paese.
Un vero e proprio cimitero di mafia, una specie di foiba probabilmente utilizzata per far sparire i cadaveri delle vittime della cosca di Corleone che poteva contare sull’appoggio di alcuni affiliati di Roccamena.