Sarebbero i rapinatori di Floresta, quelli che qualche mese fa gettarono nel panico il piccolo centro con una incursione nella casa di un anziano. Due fratelli di 51 e 65 anni, sono finiti in carcere con l’accusa di rapina pluriaggravata in concorso.
Giuseppe e Nunzio Pagliazzo nella notte tra il 4 e il 5 febbraio scorsi si sarebbero introdotti nell’abitazione di un parente di 93 anni con una terza persona allo scopo di rapinare l’anziano.
A muovere queste accuse sono i Carabinieri di Patti e quelli della locale stazione di Floresta al culmine di una indagine coordinata dal sostituto procuratore Alice Parialò, Due dei rapinatori, col viso scoperto, si avventarono sulla vittima senza neppure consentirgli di alzarsi dal letto e con forza lo trattennero sotto le coperte, mentre una terza persona, non ancora identificata, iniziava a rovistare in casa.
Terrorizzato l’anziano padrone di casa, strattonato, e minacciato più volte di morte. “Stai fermo e non parlare o ti bruciamo vivo” sarebbe stata la minaccia ripetuta più volte. Una minaccia con la quale i tre si sarebbero fatti rivelare il nascondiglio dei valori. Uno stratagemma che, però, non funzionò. Dopo aver messo a soqquadro tutta la casa, i malviventi furono costretti a fuggire con un magro bottino consistente in un paio di orecchini d’oro appartenuti alla moglie, defunta, della vittima e 400 euro in denaro contante presi dal portafogli.
Per le indagini i carabinieri si sono avvalsi soprattutto delle immagini di alcuni impianti di videosorveglianza intorno alla casa. Gli accertamenti svolti dai carabinieri, acquisendo e visionando i fotogrammi di alcuni filmati di impianti di videosorveglianza, avrebbero accertato la presenza di Giuseppe Pagliazzo nel centro abitato di Floresta in un arco orario antecedente la rapina. Da qui l’indirizzo preso dalle indagini che poi hanno portato all’arresto di questa mattina.
I Carabinieri precisano che è stata decisiva la denunzia dell’anziana vittima che definiscono come “un atto coraggioso che ha consentito di fornire una pronta risposta all’esigenza di giustizia di fronte ad un crimine tanto odioso poiché commesso senza scrupoli in danno di persona assolutamente indifesa”.
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