Nei giorni scorsi, nel corso dei servizi di controllo del territorio, i Carabinieri della Compagnia di Taormina hanno arrestato, in flagranza di reato, un uomo della provincia di Messina, per tentato incendio.
Durante un servizio di perlustrazione, i Carabinieri della Stazione di Limina, transitando lungo la Strada Provinciale 12 in direzione del centro abitato di Limina all’altezza della località Durbi, hanno notato un principio d’incendio sul ciglio della strada che a causa del forte vento si stava per propagare rapidamente, rischiando di coinvolgere anche una cabina dell’energia elettrica posta ad alcune decine di metri di distanza.
Durante le operazioni di spegnimento, a pochi metri dal luogo dal quale si stava propagando l’incendio, i militari dell’Arma hanno notato un uomo che alla loro vista assumeva un atteggiamento nervoso. Pertanto, insospettiti dall’atteggiamento assunto dall’uomo, i Carabinieri lo hanno sottoposto ad una perquisizione personale che ha consentito di rinvenire, sulla sua persona, un accendino perfettamente funzionante, verosimilmente utilizzato per appiccare il fuoco.
L’uomo dinanzi all’evidenza dei fatti ha confermato l’addebito e, pertanto, è stato arrestato, in flagranza di reato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria sottoposto agli arresti domiciliari in attesa di rito direttissimo.
All’esito dell’udienza di convalida, il Giudice, dopo aver convalidato l’arresto operato dai Carabinieri, ravvisando nei confronti dell’arrestato gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di tentato incendio, ha disposto nei confronti dell’uomo la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per l’indagato vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art. 27 della Costituzione.
Sono numerosi i precedenti del genere in Sicilia. Soltanto per fare un esempio, nel mese di ottobre, i carabinieri della stazione di Sant’Angelo Muxaro hanno arrestato un uomo sorpreso in contrada Giardinello, tra Sant’Angelo Muxaro e Raffadali, mentre appiccava il fuoco ad un vasto appezzamento di terreno. I militari hanno portato avanti questa operazione dando seguito alle disposizioni impartite dal comando provinciale di Agrigento e dalla compagnia di Canicattì che si spingono nella perlustrazione delle zone rurali più distanti dal centro abitato. Ed è così che durante il servizio di pattuglia, mentre percorrevano un tratto isolato di territorio pre-montano, scorgevano da lontano un individuo fermo sul ciglio della strada a guardare il fuoco che aveva appena fatto divampare.
Immediatamente i carabinieri si precipitavano sul posto e, mentre il malvivente risaliva sull’auto con la quale era giunto e si dava alla fuga, uno dei militari tentava di domare l’incendio con l’estintore in dotazione, mentre l’altro inseguiva con l’auto di servizio il piromane. Un inseguimento concluso dopo circa 10 chilometri quando, nei pressi di Raffadali, il fuggitivo veniva fermato coraggiosamente dal comandante della stazione di Sant’Angelo Muxaro che, da solo, lo immobilizzava, eludendone la resistenza e riusciva a perquisire il borsello tenuto ostinatamente stretto a sé dal malvivente. All’interno il maresciallo trovava una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa dotata di ben 2 caricatori con complessivi 14 proiettili, 2 coltelli a serramanico di genere vietato e, naturalmente, un accendino.
L’uomo, risultato essere un pastore 32enne incensurato di Santa Elisabetta, è stato condotto in caserma e arrestato per l’incendio doloso e per la detenzione illegale delle armi.