A fare agli inquirenti messinesi il nome di Giuseppe Mineo, ex giudice del Consiglio di Giustizia amministrativa siciliano arrestato per corruzione, è stato l’avvocato Piero Amara, ex legale dell’Eni che a febbraio è finito in manette e che da mesi rende dichiarazioni alle Procure di Messina e Roma.
E’ stato Amara, al vertice di un sistema corruttivo che manovrava la giustizia e gli affari a Siracusa, a raccontare la vicenda che ha come protagonista Mineo. Le rivelazioni del legale sono al vaglio anche della Procura di Roma che ha aperto un’inchiesta su presunti casi di corruzione al Consiglio di Stato. “… A dicembre 2015 De Lipsis (ex giudice del Cga ndr) va in pensione. – racconta ai magistrati messinesi – Qui interviene Ferraro (imprenditore siracusano arrestato con Mineo ndr) e assume un ruolo.
Viene nominato relatore Mineo. Comincia la manovra di avvicinamento di Mineo. Viene trovato il punto debole: era molto amico di Drago, ex presidente della Regione (morto nel 2016 ndr). Mineo chiede a Ferraro di aiutare Drago che era molto malato. Ferraro chiede a sua volta a me ed a Calafiore. Nel 2016 allora Ocean Consulting fa un bonifico per Ferraro a beneficio della famiglia Drago …”
“Il pagamento è fatto per assecondare Mineo. – spiega – Mineo ci chiede di aiutare Drago. Il conto di Ferraro è maltese. Dopo, incontrammo Mineo e parlammo della camera di consiglio. Mineo ci ha rivelato tutti i contenuti della camera di consiglio ed il suo orientamento su Open Land e su AM Group. Cercammo, io e Calafiore, a Roma all’hotel Alexandra, alla presenza di Ferraro di convincerlo a riconoscere di più.
L’incontro fu preparato, Calafiore venne con degli appunti e scrisse addirittura un’ipotesi di sentenza. Gli atti furono consegnati a Mineo…”. La vicenda è quella della causa, pendente al Cga, per il risarcimento del danno che il Comune di Siracusa avrebbe dovuto alla società Frontino, legata ad Amara e a un altro avvocato, Giuseppe Calafiore. Mineo avrebbe dovuto far lievitare il risarcimento nella sentenza.
La provvista per la tangente di 115 mila euro sarebbe stata creata attraverso un contratto realizzato tra la società Ocean Consulting e Ferraro. Qualcosa nel piano di Amara, però, va storto.
Il legale viene avvertito che a Siracusa c’è fermento sulla vicenda e che avrebbero rischiato. E la cosa al Cga si ferma. Le parole di Amara vengono confermate dall’avvocato Giuseppe Calafiore, amico e collega di Amara. Per i pm, dunque, Mineo si sarebbe prestato senza riserve al “gioco” corruttivo. E avrebbe gestito la causa in corso al Cga per riscuotere quanto pattuito.