Sarà necessario l’esame del Dna per avere la conferma definitiva che i resti ossei trovati a circa 200 metri dall’autostrada Messina-Palermo appartengano al piccolo Gioele, il bimbo di 4 anni scomparso sedici giorni fa insieme alla madre Viviana Parisi, 43 anni, poi trovata morta. I resti sarebbero stati straziati dagli animali selvatici che li avrebbero trascinati all’interno di una fitta radura, tra la boscaglia che circonda la zona, a circa 700 metri di distanza dal traliccio ai piedi del quale è stato scoperto il cadavere della donna. I familiari del bimbo – il padre del bimbo Daniele Mondello che si è recato sul luogo del ritrovamento insieme alla sorella Mariella e al padre Letterio – non sono stati fatti avvicinare al punto esatto dove è ancora in corso il sopralluogo da parte dei due medici legali e della scientifica, sotto la supervisione del Procuratore di Patti Angelo Cavallo.
A ritrovare i resti è stato Pino Di Bello ex Carabiniere unitosi volontariamente alle ricerche già da diversi giorni. Aveva già partecipatoa diverse battute insieme alla fporze dell’ordine ed ai Vigili del fuoco. Per raggiungere il luogo del ritrovamento è stata necessaria una opera di pulitura e discerbamento del luogo, coperto da una fitta vegetazione e da numerosi arbusti.
Sul luogo dove sono state trovate i resti ossei e tracce di indumenti compatibili con il piccolo Gioele, restano in attesa anche i familiari del piccolo: il padre Daniele Mondello, la zia Mariella e il nonno paterno Letterio. A loro sono stati mostrati gli indumenti strappati, tra cui i brandelli di una magliettina, che sembrano confermare che il tragico ritrovamento sia attendibile. Sul posto si trovano anche il Procuratore di Patti Angelo Cavallo, che coordina le indagini, due medici legali, la polizia scientifica, uomini della Protezione Civile e le squadre dei vigili del fuoco. La zona è stata inibita all’ingresso dei giornalisti e della folla di volontari e curiosi.