Oltre 100 agenti della Polizia di Stato sono stati impegnati in una operazione che ha portato all’arresto di 21 persone accusate, a vario titolo, di reati in materia di stupefacenti e armi. Per 15 è stato disposto il carcere, per 6 i domiciliari. Uno degli indagati è ancora ricercato.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura di Messina, coordinata da Maurizio de Lucia, hanno consentito di far luce su una organizzazione criminale, armata, perfettamente organizzata che riforniva di droga i quartieri cittadini di “Gazzi” e “Manglialupi”. Al vertice del gruppo secondo l’accusa i fratelli Lucio e Daniele Mazza con Lorenzo Ubertalli, poi a cascata tutta una serie di compartecipi con vari ruoli.
L’inchiesta nasce dalle rivelazioni di alcuni testimoni che, a fine 2018, avevano svelato l’esistenza di una centrale di spaccio nel rione “Gazzi”. L’input è stato, poi, approfondito con intercettazioni e pedinamenti che hanno portato alla scoperta di due distinte cellule criminali: una più ristretta, che operava in Calabria ed era impegnata nel rifornire la seconda, più articolata e capillare, che immetteva sul mercato di Messina e provincia, grosse partite di cocaina.
Il “ciclo della droga” era curato in ogni dettaglio: la sostanza veniva occultata in luoghi di custodia esterni alle abitazioni – tombini, canalette di scolo, autovetture abbandonate, anfratti dei muri – e lì ricollocata dopo le cessioni; le donne fungevano sovente da vedette a tutela degli “addetti” alle forniture, che si alternavano secondo un consolidato ed efficiente modello organizzativo composto da figure versatili e legate tra loro da vincoli di parentela. Più di tremila cessioni per un giro d’affari quantificato in 50.000 euro mensili circa. Numerosi sono stati i casi in cui gli investigatori dell’Antidroga sono intervenuti in flagranza per intercettare lo stupefacente; in altre occasioni, invece, sono state rinvenute e sequestrate armi e munizioni, ben conservate e perfettamente funzionanti, nella disponibilità del gruppo.