Sequestro beni da 4 milioni di euro ai danni di un imprenditore messinese le cui aziende operavano nell’hinterland
milazzese, indagato per reati tributari.
E’ stato eseguito dai finanzieri della Compagnia di Milazzo, a seguito di una complessa indagine economico-finanziaria su alcune imprese collegate alle società di una holding, gruppo imprenditoriale già quotato in borsa ed ora sospeso, operante nella produzione e nella commercializzazione di imbarcazioni di lusso.
Si tratta di un provvedimento di sequestro patrimoniale per “equivalente”, richiesto dalla Procura della Repubblica di Messina, eseguito a tutela dei crediti vantati dal fisco nei confronti dell’imprenditore.
La complessa attività di polizia giudiziaria, dicono dalla Finanza, è stata sviluppata attraverso approfonditi accertamenti e verifiche sulle operazioni gestionali delle numerose società che, seppur formalmente intestate a persone diverse, operavano nello stesso settore e nel medesimo contesto territoriale, ma soprattutto facevano riferimento ad un unico centro decisionale, non avendo gli amministratori una reale indipendenza gestionale.
L’esame dei dati contabili e della voluminosa documentazione degli atti di gestione, l’ulteriore attività di indagine anche eseguita con mezzi tecnici e l’effettuazione di mirati sopralluoghi sui cantieri, avrebbero fatto emergere le condotte perpetrate dall’imprenditore L.E. messinese di anni 50, amministratore pro-tempore delle società interessate, il quale, attraverso artifici contabili, false fatturazioni aveva posto in essere simulate operazioni commerciali inerenti la compravendita di imbarcazioni da diporto, con chiaro intento evasivo e con il fine di far accrescere in maniera fraudolenta il valore delle azioni quotate a suo tempo in borsa della predetta società holding.
Al termine delle indagini eseguite dai finanzieri mamertini, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Messina, dottor Francesco Massara, aveva avanzato al Tribunale di Messina la proposta di sequestro preventivo di oltre
quattro milioni di euro finalizzata alla confisca per equivalente del prezzo o profitto dei reati, al fine di scongiurare il rischio che l’imputato si spogliasse delle sue proprietà mobiliari e immobiliari, al fine di sottrarsi alla successiva
azione di riscossione dei tributi erariali ed all’irrogazione delle relative sanzioni da parte dell’Amministrazione finanziaria. L’esecuzione del decreto ha consentito il sequestro di quattro rapporti bancari, quote societarie di quattro imprese, sei veicoli, cinque immobili, un opificio industriale e quattro terreni.
Commenta con Facebook