A Messina, nell’area del centro cittadino e nel quartiere periferico di Camaro, negli ultimi giorni, i Carabinieri della Compagnia di Messina Centro hanno intensificato i controlli volti a contrastare la diffusione di sostanze stupefacenti tra i giovani del capoluogo peloritano.
Mirati servizi di appostamento e il controllo di ragazzi osservati mentre entravano ed uscivano da alcune palazzine hanno permesso di rinvenire droga, principalmente crack, cocaina e marijuana in possesso di alcuni di loro, tra i 19 e i 33 anni, avviando così le procedure per la segnalazione amministrativa alla Prefettura, quali detentori di sostanze stupefacenti per uso personale.
I militari dell’Arma, inoltre, hanno sequestrato circa 80 grammi di stupefacente a carico di un 18enne messinese, deferito all’autorità giudiziaria per detenzione ai fini di spaccio. La droga, equamente ripartita tra hashish e marijuana, ritenuta destinata al mercato locale, è stata sottoposta a sequestro, in attesa degli accertamenti tecnico-scientifici da parte dei militari specializzati del R.I.S. di Messina.
Nelle prossime settimane, nell’ambito degli incontri per la cultura della legalità che i Carabinieri di Messina terranno presso diversi licei ed istituti d’istruzione superiore della città, sarà affrontato tra gli altri, proprio il tema dei rischi connessi all’uso degli stupefacenti.
Qualche settimana fa maxi blitz contro il narcotraffico all’alba. Fin dalle prime ore della giornata, oltre 60 agenti della Polizia di Stato sono impegnati nella esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina, su conforme richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Messina, a carico di 9 soggetti.
In base alle indagini e al contenuto dell’ordinanza di custodia cautelare la polizia procede per i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché per associazione criminale dedita al narcotraffico. La vendita al dettaglio della sostanza stupefacente avveniva anche all’interno della Casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, ove veniva fatta entrare illecitamente, occultandone gli involucri all’interno di pietanze consegnate ad un detenuto che costituiva il vertice dell’associazione.