La variante nigeriana del Covid19 sbarca in Sicilia ed è allarme con invio di un campione per il riscontro a Roma
“Abbiamo individuato al Policlinico di Messina, primo caso in Sicilia, la variante nigeriana del Covid19 su un minore di 16 anni originario della Guinea. Il referto è stato inviato all’istituto superiore di sanità per capire come il virus si stia evolvendo”. A dirlo la professoressa Teresa Pollicino che insieme al prof Giuseppe Mancuso dirige il laboratorio diagnostico molecolare del Policlinico di Messina dove è stato analizzato il tampone. Il minorenne africano, era ospite di un centro di accoglienza in Sicilia, dal quale era fuggito con un amico. Rintracciati dalla polizia, sono stati entrambi sottoposti a tamponi, ed entrambi sono risultati positivi, ad uno di loro è stata diagnosticata la variante. Il minore si trova adesso isolato nel reparto di malattie infettive del Policlinico, mentre il suo amico, anche lui 16enne della Guinea, positivo senza sintomi, è ricoverato a villa Contino in isolamento.
La variante Sudafricana del covid19 era già sbarcata nell’isola il 28 febbraio. Si tratta di una di quelle maggiormente temute. E si è trattato di un caso che ha preoccupato visto che il marittimo che ha lavorato sulle piattaforme petrolifere è tornato a casa usando diversi voli fino a Roma e da lì a Palermo e al primo tampone effettuato in aeroporto era risultato negativo. Solo a metà febbraio sono comparsi i sintomi seguiti dai sospetti legati alla variante
Il genoma è stato sequenziato su un marittimo trentaduenne di Mazara del Vallo, nel Trapanese, rientrato da un soggiorno di due mesi in Africa, dove ha lavorato su alcune piattaforme petrolifere. Il sequenziamento è stato accertato dal dottor Fabio Tramuto del laboratorio di riferimento regionale del Policlinico di Palermo, diretto dal professor Francesco Vitale. “Il sistema di tracciamento ha funzionato alla perfezione – ha spiegato il professor Vitale – I colleghi dell’Asp di Trapani sono stati molto bravi a capire che poteva esserci la variante sudafricana e sono intervenuti con celerità per bloccarne la diffusione. Anche la moglie è positiva ma è troppo presto per affermare se sia stata contagiata con la mutazione, in quanto non abbiamo ancora effettuato il sequenziamento”