La Guardia di Finanzia del Gruppo di Locri ha arrestato a Gioiosa Ionica, in Calabria, due “corrieri” della droga e ha sequestrato oltre 2 chilogrammi di cocaina. I due, entrambi siciliani, hanno tentato di sottrarsi al controllo con una manovra azzardata della vettura sulla quale viaggiavano ma, dopo un breve inseguimento, sono stati raggiunti e fermati.
La perquisizione del’auto
I militari del Gruppo di Locri hanno, pertanto, ispezionato l’autovettura, scoprendo due panetti di cocaina pura per un peso di oltre 2 chilogrammi, accuratamente occultati in un vano posto nel motore e circa 4 grammi di marijuana.
Scatta l’arresto dei due corrieri
All’esito delle operazioni, la droga e l’autovettura utilizzata per il traffico illecito sono stati sequestrati; i due soggetti, indagati allo stato per la violazione della normativa in materia di sostanze stupefacenti e sono stati arrestati, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Un altro arresto a dicembre
Sono tanti i corrieri della droga beccati mentre si dirigono verso la Sicilia. Lo scorso dicembre la Guardia di Finanza ha arrestato a Reggio Calabria, per traffico di sostanze stupefacenti, un ventitreenne della provincia di Vibo Valentia, diretto in Sicilia a bordo di un’auto. Si tratta di un altro corriere della droga fermato tra la Sicilia e la Calabria.
La scoperta della cocaina in auto
L’uomo è stato sottoposto, nell’area degli imbarcaderi, ad un ordinario controllo di polizia dai finanzieri della Compagnia di Villa San Giovanni, nel corso del quale ha mostrato segni di nervosismo. Con l’ausilio di un’unità cinofila della Compagnia Pronto Impiego di Reggio Calabria, è stata perquisita l’auto e sono stati scoperti due doppifondi ricavati sotto i sedili anteriori, in cui erano occultati cinque panetti di cocaina dal peso complessivo di 6 chili.
L’uomo in carcere
La droga e l’autovettura utilizzata per il traffico illecito sono stati sequestrati; l’uomo,
indagato per la violazione della normativa in materia di sostanze stupefacenti, arrestato e condotto nella Casa Circondariale “Arghillà” di Reggio Calabria, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Lo stupefacente, qualora venduto al dettaglio, avrebbe potuto fruttare alla criminalità organizzata circa 400.000 euro.
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