Una donna senza tetto, Concetta Gioè, di 68 anni, è stata trovata morta stamani davanti alla chiesa di Santa Caterina, in via Garibaldi a Messina. La clochard, originaria di Palermo, aveva sul corpo delle ferite da taglio. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri si tratterebbe di un omicidio. Si indaga sulle cause del ferimento che avrebbe procurato la morte della donna; al momento non si esclude alcuna pista.

Al lavoro il medico legale

Sul posto in cui è stato rinvenuto il corpo senza vita della donna si è recato il medico legale, chiamato dalla Procura di Messina che ha aperto un fascicolo dì indagine sull’episodio. Secondo quanto trapela dalle prime frammentarie notizie la donna aveva delle profonde ferite alla testa e sparse anche nella parte superiore del corpo. La barbona era riversa per terra, davanti la chiesa, in una pozza di sangue.

Stringate parole dagli inquirenti

Al momento gli inquirenti si tengono molto abbottonati. Ecco le uniche parole che sono state pronunciate sull’episodio in uno stringatissimo comunicato stampa: “Alle prime luci dell’alba di oggi è stato rivenuto il corpo esanime di una donna, G.C. 68enne originaria di Palermo, senza fissa dimora, riverso a terra nei pressi di una porta di ingresso della centralissima Chiesa di Santa Caterina, situata in via Garibaldi di Messina, ove la stessa abitualmente dormiva. I primissimi accertamenti, svolti dai Carabinieri della Compagnia Messina Centro con l’ausilio del medico legale, hanno evidenziato sul corpo della donna la presenza di ferite da taglio. I Carabinieri del Comando Provinciale di Messina coordinati dalla locale Procura della Repubblica stanno svolgendo indagini per l’ipotesi di reato di omicidio”.

Tante le tragedie

In Sicilia, come anche nel resto d’Italia, ci sono stati diversi casi di clochard morti per cause naturali, dovute alla loro vita sregolata e quindi anche a rischio sul piano della salute, o vittime anche dell’odio insensato di qualche individuo. Solo per citare l’ultimo episodio un clochard di 38 anni di origini polacche è morto nell’aprile scorso sotto i portici di piazzale Ungheria a Palermo. L’uomo aveva deciso di trascorrere la vita nel capoluogo siciliano accompagnato da suoi due inseparabili due cani. Più volte il Comune di Palermo aveva tentato di convincerlo ad entrare in una struttura per i senza dimora ma il polacco si era sempre rifiutato. Sono intervenuti gli agenti di polizia e i sanitari del 118. Ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Nel 2018 sempre nel piazzale Ungheria fu ucciso Aid Abdellah, detto Aldo, clochard francese di 56 anni. Venne colpito a morte da una spranga ad un romeno di 17 anni, che aveva confessato il delitto, per rubare 25 euro. Per questo delitto è stato condannato a 10 anni. O ancora nel 2017 sempre a Palermo fu ucciso Marcello Cimino, bruciato vivo, a marzo del 2017, mentre dormiva su un giaciglio di fortuna davanti al ricovero di una missione vicina al cimitero dei Cappuccini. Per quell’episodio la corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna all’ergastolo del benzinaio Giuseppe Pecoraro. L’uomo confessò subito, raccontando agli inquirenti di aver ucciso Cimino perchè insidiava la sua compagna. Il delitto è maturato comunque in un contesto di forte degrado sociale.

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