C’è il sì all’accordo di ristrutturazione da parte di “Distribuzione Cambria” e il il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto omologa i patti. Viene così scongiurata la crisi del marchio Spaccio Alimentare con un accordo che vede salvaguardati i livelli occupazionali e garantita la continuità aziendale evitando così ulteriori impatti sociali ad un territorio già pesantemente colpito dalle crisi aziendali degli ultimi anni.
Sono i risultati ottenuti dall’accordo di ristrutturazione dei debiti proposto dalla Distribuzione Cambria s.r.l. che è titolare del marchio Spaccio Alimentare, assistita dagli avvocati Gaetano Franchina, Andrea Vasaperna e Isabella Barone e omologato dal Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto il 6 giugno.
Il risultato è stato reso possibile anche grazie alla tempestività con la quale sono state evase le numerose istanze presentate dalla ricorrente nel corso della procedura, da parte del collegio della sezione Fallimentare del Tribunale, presieduta da Giovanni De Marco, relatore Fabrizio Di Sano.
Il Piano prevede, tra l’altro, l’accordo con SMA Spa e SMA Sicilia srl (titolari di circa il 73% dell’indebitamento complessivo della Distribuzione Cambria s.r.l.) che hanno accettato un consistente stralcio, rinunciando a 77 dei 117 milioni vantanti ed il pagamento dilazionato del residuo in 25 anni senza interessi, e la dismissione al momento dell’omologa definitiva della procedura di 10 punti vendita al “Gruppo Arena” relativamente agli esercizi commerciali di Siracusa, Aci Sant’Antonio, Milazzo, Giardini Naxos, Misterbianco (Centro Sicilia), Catania, Lascari, Palermo via crocifisso A. Pietratagliata, Palermo via Igham e Palermo Via Ugo La Malfa, anche se i punti vendita di Siracusa e Centro Sicilia sono posti a condizioni in corso di avveramento. Ciò garantirà il pagamento integrale dei creditori residuali (rispetto a Sma Spa e Sma Sicilia), costituiti da centinaia di piccole imprese siciliane e il rilancio della propria attività, seppur con un perimetro ridotto.
I fratelli Rocco e Roberto Cambria, operanti nel settore della grande distribuzione sin dagli anni 80 avendo ricoperto anche cariche apicali ai vertici di marchi nazionali (CRAI) e raggiungendo volumi di fatturato prossimi ai 300 milioni di euro, si dichiarano soddisfatti del risultato raggiunto con la minore invasività possibile nei confronti dei propri creditori e dichiarano di essere pronti a ripartire con i Cash & Carry di Messina, Milazzo e Torrenova, oltre ai Fast Chef di Misterbianco e Catania.