La Regione non salda ancora il debito con la società Caronte & Tourist isole minori che garantisce i collegamenti marittimi con navi negli Arcipelaghi della Sicilia e il sindacato proclama lo stato d’agitazione. Lo ha annunciato l’Ugl Mare e Porti dopo che la società messinese ha dichiarato l’intenzione di pagare solo il 50% degli stipendi di novembre 2024.
Stato di agitazione sindacale
L’UGL Mare e Porti dichiara quindi lo stato di agitazione a Caronte&Tourist Isole Minori spa. “Lo stipendio dei lavoratori e l’occupazione – spiega il Coordinatore Regionale UGL Mare, Antonella Di Maio – non possono più essere utilizzati dall’azienda come grimaldello verso la politica e la Regione Sicilia per ottenere quello che normalmente le Istituzioni dovrebbe erogare alle aziende in quanto beneficiario di un servizio in concessione pubblico essenziale”. Il segretario specifica “i lavoratori non sono ostaggi ma rispettabili cittadini che ogni giorno raggiungono il loro posto di lavoro per garantire il diritto alla mobilità delle popolazioni isolane oltre ad un servizio importantissimo per l’economia e lo sviluppo turistico”.
Solidarietà ai lavoratori
“Siamo vicini ai lavoratori e alle loro famiglie, faremo ciò che è di nostra competenza, insieme alla Segreteria Nazionale, per non lasciare irrisolto il problema oggi evidenziato. Il nostro messaggio è chiaro: la Regione riconosca quanto dovuto alle aziende, ma le aziende riconoscano la dignità ai lavoratori senza che questi rappresentino un’arma da puntare verso le istituzioni”.
Ritardi nei pagamenti e responsabilità
La Società di navigazione Caronte & Tourist lamenta i ritardi della Regione Sicilia nei trasferimenti economici. “L’Assessorato alle Infrastrutture – dicevano nei giorni scorsi i sindacati – ribalta le responsabilità su difetti istruttori della Caronte. A farne le spese, però, sono i lavoratori. Adesso basta, dichiarano i sindacati, “abbiamo chiesto un tavolo di confronto urgente in assessorato con la presenza della Società e ci prepariamo alle proteste”. E così è stato con la dichiarazione dello stato di agitazione.
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